Recensione: Unholy Union [EP]

Di Vittorio Sabelli - 21 Luglio 2014 - 18:57
Unholy Union [EP]
Band: Athanatos
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2014
Nazione:
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73

 

Sulle orme dei compatrioti Demonic Rage, gli Athanatos partono all’assalto del mondo metallico con il loro debut EP, uscito su cassetta per la Ironhead Bonehead Productions. La band è di fatto un duo, che, inspirato a band come Inquisition e Paria in primis per il lato blackeggiante e della distruzione apocalittica, propone un death/black/thrash metal di buona fattura, che prende spunto dall’old school, ma che inserisce buoni elementi al suo interno. Utilizzando echi oscuri e materiali semplici, i Nostri riescono ad evolvere queste idee in vere e proprie cavalcate che portano le composizioni ad avere una giusta direzione e visione globale.

Il brano d’apertura nonché title-track è il più completo e vario dei quattro che compongono “Unholy Union”. Diverse false partenze rendono misterioso il sentiero da percorrere, passando da riff e ritmiche thrash e death metal a cavalcate e stop improvvisi, finchè le chitarre non prendono il sopravvento, dapprima all’unisono e poi armonizzate, per scatenare la furia di Hateaxes Command dietro le pelli.

Il duo non si risparmia come da tradizione per le band provenienti dal Sud America, facendo della grinta e della violenza le armi migliori, in questo caso supportate da una buonissima registrazione, che esalta il materiale proposto. “Reverse The Creation” è un martellamento continuo che improvvisamente lascia spazi vuoti e angusti, così come la successiva “Per Vas Nefandum”, dove la batteria non si limita al ‘basic’, ma colora il discorso non rendendolo statico, così come le chitarre esotiche che separano le varie sezioni farcite di riff pesanti come il piombo.

Anche la conclusiva “Full Moon Rites Of Sabbat” con i suoi stacchi e l’eccelsa voce di Imperator, che riesce a emettere vibrazioni fin dal profondo dell’anima, è un ottimo brano dove le chitarre a volte thrasheggianti si splittano in melodiche soluzioni e soli impazziti, che toccano apici di pura follia, prima di chiudere con un ghigno malefico e un’ultimo colpo per decretare la fine di questo primo capitolo firmato Athanos.

Ottima presentazione per questa nuova band, che attendiamo presto su full-length, considerando le buonissime idee incendiarie messe in campo in questi 17 minuti.

Vittorio Sabelli

 

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