Recensione: Unknown
Esordio discografico per i Dead Men Tell No Tales, duo romano che dà alle stampe questo primo EP dal titolo ‘Unknown’.
Come amano definirlo loro stessi, suonano un “fresh groove metal”, ottenuto dal perfetto equilibrio tra la scuola di Göteborg e la nuova ondata Heavy Metal proveniente dall’America.
Per quel che ci riguarda, “groove” lo è per certo, ma, sul “fresco”, abbiamo qualche dubbio. Poco importa, quel che conta è il risultato e quello c’è ed è assolutamente lusinghiero.
Le cinque tracce scorrono che è un piacere.
Si parte con un’ intro epica che ci riporta alla mente il mondo di ‘Game Of Thrones’. Dopo poco più di un minuto inizia la prima “vera” canzone: ‘Caligo’. Il pezzo è bello tirato e perfetto per aprire le danze e mette subito in evidenza la più grande fonte di ispirazione di Federico Deb (voce) e Mirko Fanciulli (chitarra): gli statunitensi Lamb Of God.
Si prosegue con ‘Goodbye’, a mio parere la canzone migliore di ‘Unknown’. Il pezzo viaggia spedito nelle strofe e rallenta nel bellissimo ritornello.
Dopo due brani dove l’acceleratore è stato premuto a fondo la band rallenta, ma senza perdere di forza e qualità. ‘Para Bellum’ è meno veloce ma innesca comunque un feroce headbanging e, fattore più rilevante, dal punto di vista vocale introduce una novità: il classico growl viene alternato ad un cantato più grezzo e tagliente. Unico difetto che riscontriamo in questo pezzo è che sfuma sul finale. Questo fade-out lascia un po’ d’amaro in bocca perché, così facendo, il tutto suona “inconcludente”.
Chiude ‘Mary Shaw’, canzone ispirata alla protagonista del film horror ‘Dead Silence‘: “Attenti a Mary Shaw dagli occhi pazzi! Non aveva figli, ma solo pupazzi! E se per caso nei vostri sogni appare, non dovete mai, mai gridare!” esclama l’incipit iniziale. Tutto un programma credetemi!
In definitiva ‘Unknown’ è un buon EP che riesce a rompere il ghiaccio sulla scena Metal contemporanea presentando una band dal buon potenziale. Dice il proverbio: “Chi ben comincia è a metà dell’opera”. Ci auguriamo che presto i Dead Men Tell No Tales diano alla luce un album completo per poterli valutare, ma soprattutto ascoltare, anche sulla “lunga distanza”.