Recensione: Unleashed
Quello che sfoderano i Crusher, band che scorazza per le lande tedesche dal 2002, quando Michael Rogles e Robin Geiss decisero di dare corpo alle loro idee, è un sound interposto tra un aggressivo Heavy Metal ed un Thrash non portato all’eccesso, con molta importanza sia per l’energia data dai riff che per l’incisività delle linee melodiche.
Quasi vent’anni divisi tra live, alcuni demo, qualche cambio di formazione e due album: ‘Redemption’ del 2016 ed ora questo nuovo ‘Unleashed’, disponibile dal 17 aprile 2020, questa è la storia del combo.
‘Unleashed’ è un buon lavoro, ricco di dinamismo e potenza, che mescola rabbia e forza con quel giusto tocco di epicità che trascina e coinvolge.
Il songwriting, pur non portando nulla di nuovo nel mondo del Metal, è comunque onesto, genuino e dotato di quel po’ di spensieratezza che lo rende vivo ed interessante.
Voce dura, non estesissima ma valida sotto il profilo interpretativo, ritmiche ribollenti, con un basso che sa quando venir fuori ed una batteria roboante che dà il giusto imprinting per otto brani di acciaio ottimamente temprato.
Le sfaccettature sono tante: si passa dall’Heavy Metal abrasivo e selvaggio di ‘Violence Stays Violent’ alla cavalcata d’assalto di ‘The Others’ ed ancora alla malignità di ‘Time-Leap Pit’, il brano più complesso e lungo dell’album, con una struttura che si ripercuote su se stessa.
La passione per il Thrash dilaga in ‘Downfall’, irosa e veloce fino alla pesantissima sequenza finale, mentre la malinconia ci assale quando attacca il pianoforte all’inizio di ‘Empty Space’, seguito da una triste chitarra acustica, poi il brano parte, prende forza e diventa epico, con il suo refrain accompagnato dal coro di eroici guerrieri ed il finale coinvolgente.
Il Thrash ritorna con l’oscura ‘The Great Escape’ e con la ribelle, selvaggia e velocissima ‘One For You’, con il suo basso demoniaco; piace anche l’ultima ‘Bier’, un’adrenalinica ‘tankardata’, spregiudicata e divertente.
I Crusher, con ‘Unleashed’, mettono in campo tanta esperienza, ma anche parecchia voglia di suonare Metal in modo schietto, senza fronzoli e, in poco più di quaranta minuti, ci fanno ascoltare parecchio. Bel lavoro, attendiamo il prossimo.