Recensione: Unlocking The Past / The Gathering
Sfidando un mercato sul quale gli acquirenti – per i motivi che conosciamo tutti molto bene – si fanno sempre più restii ad affacciarsi, Jorn Lande presenta ben due release in uscita contemporanea.
Mossa alquanto azzardata, ma evidentemente non preoccupante dal punto di vista della volubilità per il singer norvegese, né per la Frontiers Records.
Certo è che dopo le spese natalizie, le rimpinguate (?) tasche dei fan potrebbero trovarsi a dover scegliere tra le due proposte. E allora ecco che le portate in tavola accontentano un po’ tutte le esigenze: se da un lato troviamo un “best of” della carriera del biondo crinito furetto di Rjukan, iniziata nel 1993 con la sua prima vera band, i Vagabond, dall’altro Jorn delizierà i nostalgici dell’hard rock anni ’70 e ’80, che vedono tra l’altro in lui l’unico erede dei vari Coverdale, Gillan, Dio, ecc., con un album di cover veramente appetitoso.
“The Gathering”, questo il titolo della raccolta di brani tratti dalle precedenti “avventure” discografiche di Lande, visita in maniera “ritualmente” discutibile i dischi più significativi precedenti alla parentesi (già chiusa) Masterplan, ponendo particolare attenzione sulla produzione solista, forse un po’ sottovalutata, e per questo meritevole di una seconda possibilità.
Risplendono dunque a nuova vita le versioni rimasterizzate, se non addirittura registrate ex novo, di ben sei brani su sedici tratti dall’album Worldchanger, del 2001, per chi scrive il migliore della discografia di Jorn, in cui brillano perle come “Bridges Will Burn”, “Sunset Station” e “Christine”.
Dal debut Starfire, dell’anno precedente, è estratta la sola “Gate Of Tears” (ma ci rifaremo con il cover-album, non temete), mentre dalla terza release Out To Every Nation sono tratte “Something Real”, “Young Forever”, “One Day We Will Put Out The Sun” e la bella bonus track riservata al mercato giapponese “Big”.
Completano la tracklist alcuni episodi legati ad alcuni degli altri progetti in cui Jorn è stato coinvolto negli anni: nel 1988 Jorn è nei The Snakes degli ex Whitesnake Micky Moody e Bernie Marsden, con i quali registra un album, Once Bitten, da cui è estratta “Gonna Find The Sun” (perché non “Little Miss Happiness”?, n.d.r.) e un live; nel 2000 è nei Millennium per l’album “Hourglass”, qui rappresentato dalla titletrack (imperdonabile l’assenza di “Power To Love”), e nello stesso anno fonda uno degli Act più interessanti dell’ultimo decennio, gli Ark di John Macaluso e Tore Østby. La scelta di includere un solo brano (“Where The Winds Blow”) dall’estroso progetto, peraltro dall’omonimo debut piuttosto che dal capolavoro Burn The Sun mi pare la più controversa dell’intero platter.
Nel 2005, infine, Jorn si unisce al singer dei Symphony-X Russell Allen per il progetto Allen/Lande, dando vita al bel “The Battle”, dal quale è tratta “My Own Way”.
Per chi, come il sottoscritto, possiede già ogni album in cui Lande abbia partecipato anche in veste di “semplice” corista, la release più interessate è costituita da “Unlocking The Past”, che include diverse cover inedite, inizialmente considerate leftover per qualche disco di Jorn.
L’amore di Jorn per certo hard rock è tutt’altro che una novità; basti pensare a quella strepitosa versione di “Stargazer” inclusa in The Spectral Spheres Coronation, ennesimo progetto del 1998, ma nello stesso già citato “Starfire” erano presenti due cover version di “Burn” dei Deep Purple e “The Day The Earth Caught Fire” dei City Boy. Queste ultime sono state rimasterizzate per l’occasione e incluse nell’album in oggetto.
Tutte da scoprire, invece, le inedite rivisitazioni di “On And On” (da MSG, The Michael Schenker Group, 1981), registrata in occasione delle registrazioni di un cover-album da parte dei Millenium, mai uscito, dell’ “immancabile” “Fool For Your Loving” (da Ready And Willing, Whitesnake, 1980), “Cold Sweat” (da Thunder And Lightning, Thin Lizzy, 1983), di “Feel Like Making Love” (da “Straight Shooter”, Bad Company, 1975), di “Kill The King” (da Long Live Rock ‘n’ Roll, Rainbow, 1978), di “Naked City” (da “Unmasked”, Kiss, 1980) e, ultimo ma non ultimo del bel medley di due pezzi dei Black Sabbath, “Lonely Is The Word” (da Heaven And Hell, 1980) e “Letters From Earth” (da Dehumanizer, 1992).
Tutti i brani sono riveduti – ma non troppo – secondo lo stile Jorn, fatto di una produzione potente e compatta, tipicamente metal, tipicamente tedesca (c’è Tommy Hansen alla console!). Quello che più conta, però, non è il modo con cui il nostro si avvicina a mostri sacri come Ronnie James Dio o David Coverdale, bensì la semplicità con cui ripropone i loro cavalli di battaglia, senza difficoltà a farli suoi per l’occasione, perché, probabilmente, suoi lo sono sempre stati.
Unlocking The Past:
- On And On
- Fool For Your Loving
- Cold Sweat
- Lonely Is The Word/Letters From Earth
- Burn
- Feel Like Making Love
- Kill The King
- Perfect Strangers
- Naked City
- The Day The Earth Caught Fire
The Gathering:
- Something Real
- Gonna Find The Sun
- Bridges Will Burn
- Young Forever
- Tungur Knivur
- One Day We Will Put Out The Sun
- Sunset Station
- Hourglass
- Gate Of Tears
- House Of Cards
- My Own Way
- Worldchanger
- Abyss Of Evil
- Where The Winds Blow
- Christine
- Big