Recensione: Unorthodox Creative Criteria

Di Alberto Fittarelli - 23 Novembre 2005 - 0:00
Unorthodox Creative Criteria
Band: Coprofago
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
85

Come fare scelte di marketing sbagliate: non si può definire altrimenti un monicker esilarante per uno dei gruppi più interessanti dell’anno.

I Coprofago arrivano da Santiago del Cile e sono una di quelle band che devono recuperare anni di impressioni superficiali, il più delle volte formatesi senza nemmeno un ascolto fuggevole, da parte del pubblico metal: dediti in passato ad un interessantissimo death tecnico, passano ora, col nuovo Unorthodox Creative Criteria, ad un post-thrash vicinissimo (ai limiti della clonazione, specie per quanto riguarda le vocals) ai Meshuggah; ora, è vero che le clone-bands sono quanto di più deleterio la scena estrema possa avere, ma ricalcare certe caratteristiche del combo del combo di Umeå significa possedere capacità tecnico-compositive non indifferenti.

Senza considerare che non siamo di fronte ad una sterile copia carbone: i Coprofago ingigantiscono gli influssi jazz, livellano l’importanza degli strumenti rendendo, ad esempio, fondamentali gli assoli del fenomenale bassista Felipe Castro. È così che Crippled Tracker vi frantumerà i timpani, mentre Motion saprà visualizzare l’immagine della fusione perfetta tra geometrie jazz e abrasione metal; che il riverbero di Fractures echeggerà a lungo tra le pareti della vostra stanza, mentre i testi dell’album vi indurranno a riflessioni sull’essenza dell’umano vivere.

La produzione – alienantemente chirurgica – aiuta a rifornire le canzoni (o meglio, i capitoli di questa opera unica) di un’atmosfera surreale: la fusion incontra la meccanicità del metal più duro, quadrato, per aprirsi alla melodia solo nelle lunghe parti soliste, in flussi che di colpo sommergono l’ascoltatore, per poi tornare a fronteggiarlo con un muro di chitarra. La sinapsi che possiamo ammirare sulla cover del disco non potrebbe essere simbolo più chiaro di quanto proposto da questi cileni.

Il Jazz Metal è ormai un genere a sé stante: lo dimostrano gli Ephel Duath, ma anche questi misconosciuti Coprofago. Ora sta al pubblico fare in modo che le sue sperimentazioni, il suo modo “colto” di rimodellare il metal più asfissiante non si perdano tra le ondate mensili di mediocrità posta su disco.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli


Tracklist:

1. Crippled Tracker 
2. The Inborn Mechanics 
3. Neutralized 
4. Merge Into 
5. Fractures 
6. Hostile Silent Raptures 
7. Streams (digipack only) 
8. Isolated Throught Multiplicity 
9. Individual Choice (digipack only) 
10. Glimpses (digipack only) 
11. Constriction 
12. Motion 0
13. Wavelength

Ultimi album di Coprofago

Band: Coprofago
Genere:
Anno: 2002
80