Recensione: Until the End
Giungono dalla Lombardia insubre i nostri Alone e Dave, rispettivamente braccio e mente della giovane band Ancient Light, un piccolo monumento italiano al raw heathen black metal di inizio anni novanta.
L’ispirazione tipicamente immortaliana, darkthroniana e in genere di tutto quanto ci fosse di più heathen ai barlumi dell’ultima decade di fine millennio splende abbastanza vivida in questo demo d’esordio, anche e soprattutto nei mezzi un po’ stentati, ma dannatamente genuini, di cui dispongono i due musicisti.
Until the End vorrebbe essere, sulla carta, un disco più orientato verso quel tipo di pagan che ha visto il suo picco irraggiungibile a metà degli anni ’90, quel genere immortalato dagli Isengard più brutali e morto naturalmente qualche anno più tardi per impossibilità di pareggiare una tale ispirazione semplice e funzionale. I testi ispirati alla mitologia nordica più canonica cercano di spingersi in quel senso, così come il cantato selvatico e le chitarre senza respiro. In realtà i presupposti della band sono buoni e lasciano intravedere una voglia non indifferente di allinearsi ai padri del genere.
Tuttavia non si possono non notare degli spigoli piuttosto evidenti che devono essere limati. Il riffaggio di chitarra, sebbene ben dosato nel corso dei cinque interessanti brani proposti, risulta troppo piatto nonostante un encomiabile risalto del basso, in genere non molto valorizzato in questo tipo di produzioni. Troppo debole per essere considerato black primigenio a tout court, e troppo lineare per essere ascritto al pagan più ispirato. Le idee ci sono, specie nell’ottima introduttiva “North Revenge“, ma necessitano di un songwriting un po’ più oculato. La voce è interessante, ma purtroppo soffre della strumentazione leggermente priva di mordente e alla fine risulta un po’ troppo in primo piano. Buona la prova nello scream e nel simil-growl, ma potrà certamente migliorare una volta raggiunta un’amalgama migliore tra strumentazione e il cantato.
Last but not least, la drum machine: saprà tanto di black senza compromessi, ma il mio consiglio è quello di limitarne l’uso in futuro. Mi rendo conto che gli Ancient Light sono una band giovane e che non è facile formare una line-up completa, ma con il livello incredibile della tecnologia ormai alla portata di chiunque, è abbastanza semplice dotare la batteria elettronica di sample un po’ meno “mitragliati”. La composizione ne gioverà, e non poco – specie vista la concorrenza nel campo, ormai ben rodata e spietata.
Interessanti i testi, alcuni in prosa sbrigliata in perfetto stile Bal-Sagoth.
Insomma, nonostante abbia voluto ascoltare questo demo centinaia di volte per scoprirne l’anima sopita di cui ha bisogno, mi ritrovo purtroppo, con un groppo alla gola, a rimandare a settembre i nostri due amici. Ottime le intenzioni, ma il passo che è stato mosso sa tanto di incompiuto.
Un piede ancora nel Black Metal, un altro piede nel Pagan. È come quando si tenta di attraversare un fosso e si rimane con un piede su una sponda e un piede sull’altra, senza abbastanza forza per finire il salto. Quel momento in cui ci si chiede “è meglio tornare indietro e riprovare, oppure terminare lo sforzo e rischiare di cadere?” mi sembra che ben inquadri lo stato di questo Until The End.
Buoni artigiani, ma ora ci vuole qualcosa in più: un po’ più di personalità, qualche ritocco agli strumenti, un paio di trovate inattese e soprattutto un obiettivo chiaro da rincorrere senza guardarsi indietro, potrebbero proiettare il duo comasco verso lidi inattesi.
Alla prossima, che spero avvenga il più presto possibile. In bocca a Fenrir.
Daniele “Fenrir” Balestrieri
TRACKLIST:
1 – North Revenge
2 – Fenrir
3 – Ragnarok
4 – Fate of Man
5 – The Last Dream