Recensione: Untouchable Glory
“Untouchable Glory” è la quinta uscita discografica della thrash metal band nord irlandese Gama Bomb, da anni, a tutti gli effetti, una delle più brillanti realtà della nuova ondata thrash metal che ha sommerso di produzioni il pianeta nell’ultimo decennio. Le aspettative per questa nuova pubblicazione erano tante. Nulla di nuovo però ci si aspettava. Il sound del quintetto di Newry è quello tanto caro a chi ha amato la scena thrash metal filo-statunitense, quella ricca di sfumature hard-core, tirata all’inverosimile e tanto vicina all’operato leggendario di band quali Nuclear Assault e Overkill. I Nostri avevano già dato prova di grande abilità in passato, sopratutto con dischi come “The Terror Tapes”, precedente release uscita nel 2013.
Il grande limite di questo disco che comunque trasuda thrash metal da tutti i riff, è forse quello di continuare a correre un po’ troppo, tralasciando quindi la cura dei soli e delle melodie, così come appare debole l’interpretazione del groove. Ne sono la riprova canzoni al limite del filler come l’estrema ‘James Joints’ o la pestatissima ‘Ninja Untouchables/Untouchable Glory’, pezzi senza anima, né personalità. Ogni tanto la band tocca i confini imposti dalle regole dello speed metal, ma la saggezza di chi comincia ad avere un po’ di espererienza sulle spalle impone di tenersi a debita distanza da territori che potrebbero rappresentare una frontiera pericolosa. Eppoi, chi vorrebbe mai associare il nome Gama Bomb alla corrente artistica più prettamente heavy? Là sotto i Nostri, ne siamo certi, vogliono una massa di gente ‘toppettata’ dalla testa ai piedi… gente sincera e con un solo obiettivo: spaccare tutto tra la polvere e il sangue delle spallate nei denti! I Nostri fanno e faranno sempre parte della nicchia del thrash più estremo… sound troppo raffinati li condannerebbero alla mediocrità (ironia a parte…).
Certo, a voler essere pignoli, i loro dischi lasciano intendere un potenziale elevato, ma anche l’incapacità a determinare un qualcosa di ‘notevole’, così come invece sono riusciti a fare altri colleghi della scena contemporanea (su tutti gli Havok).
Siamo di fronte al solito concentrato di mazzate: trenta minuti di massacro, carburante per headbanging sfrenato e circle-pit da godersi in sede live (questo è sicuro!). E pure la produzione ci mette del suo con dei suoni caustici, taglienti e graffianti. Un bel prodotto per amanti intransigenti, forse pure un po’ legati alla vecchia scuola East-Coast statunitense…
“Untouchable Glory”: ennesima fatica discografica senza tante pretese, ma in grado di lasciare il segno e divertire. Alla fine, dalla musica thrash, quella dal profumo d’asfalto, è questo quello che di più ci aspettiamo. Nulla di più.
Nicola Furlan