Recensione: Untune The Sky
La nuova produzione solista firmata dalla penna di Trey Gunn non mi lascia per niente sorpreso di fronte all’ennesimo capovaloro strumentale di magnifica vena artistica. Tutta l’esperienza di un musicista con un curriculum mozzafiato racchiusa all’interno di quasi settanta minuti di estasi mistica, una realizzazione che come testimonia la copertina sembra proprio governata da atmosfere etniche e selvagge. L’ascolto confermerà ogni possibile intuizione, tredici tracce dal carattere magico che smorzeranno la tensione dei vostri muscoli cerebrali come farebbe un comune stupefacente, allentando per qualche secondo la normale predisposizione alla critica della musica scritta. Relax sembra la prima parola d’ordine di questa release, il nostro chitarrista/pianista ci prega in ginocchio di fermare il caotico proseguire della nostra vita e svuotare il secchio dei neuroni, per abbandonarsi alla filosofia del non pensiero e rendersi conto di essere al mondo per vivere in serenità la propria vita, non per diventare il mero ingranaggio di una macchina. Quando comincerete ad immaginare il vostro cervello assopirsi senza bruciare sarete finalmente nelle condizioni di sorridere ad occhi chiusi, prima dell’immersione definitiva nella natura selvaggia e quasi esoterica che caratterizza questo quinto album solista. Scardinare le regole del cielo può considerarsi missione compiuta, opera riuscita con la produzione dello stesso artista.
Conoscerete il grande Trey Gunn per la sua collaborazione con compagnie d’eccezione, come Robert Fripp e King Crimson, tuttavia penso che il talento di questo musicista possa essere meglio apprezzato in rapporto alla discografia solista. Un genio compositivo che sicuramente supera la norma è riuscito nel corso degli anni a costruirsi una personalità invidiabile, forte senza dubbio di un’enorme esperienza ma anche di un’ampia cultura musicale che inevitabilmente ha portato negli ultimi tempi ad un rigetto di originalità e classe. Il suo approccio alla musica avviene nel modo classico, inizia con lo studio del pianoforte per rivelarsi successivamente anche come abile chitarrista, ma quando prende confidenza con la dieci corde il gioco è fatto perchè il nostro artista può una volta per tutte unire le caratteristiche fondamentali degli strumenti studiati (ampio registro tonale e distorsioni) in un unico spesso manico in cui le note vengono percosse delicatamente con una sonorità diventata ormai marchio di fabbrica per Trey Gunn. Ma se questo disco è inserito nella categoria progressive rock non posso negare la presenza di accattivanti riff di chitarra e di una soddisfacente sezione ritmica, ecco forse uno dei pochi elementi a sfavore di questa uscita è forse quello di ripetere in maniera quasi nauseabonda il tema principale di ogni pezzo ma credo che l’effetto sia proprio desiderato, attenzione bene rincoglionire la mente e il corpo è l’obiettivo primo per Untune The Sky ma questo è solo un avvertimento per chi non è ancora in corsa verso il primo negozio di dischi. Acquisto consigliato, se non vi piace fumatelo!
Andrea’Onirica’Perdichizzi
TrackList:
01. Sozzle
02. The Glove (Live)
03. Killing For London
04. The Third Star
05. Take This Wish
06. August, 1997
07. Rune Song
08. Puttin’ On The White Shirt
09. Brief Encounter
10. Arrakis
11. The Cruelest Month (Unreleased)
12. The Gift
13. Hootenanny At The Pink Pussycat Cafe