Recensione: Used, Abused, And Left For Dead
What the fuck!! Scritta in inglese suona meno “maleducata”, ma l’espressione
colorita che è uscita dalla mia bocca appena inserito nel lettore Used,
Abused, And Left For Dead è stata dettata dal grande stupore che i
Lividity hanno provocato con il terzo full-length della loro carriera. I
Lividity, formazione con una certa fama nell’underground brutal americano con ben
oltre dieci anni di carriera alle spalle, tornano dopo ben quattro anni (a causa
di problemi personali dei membri e avvicendamenti vari) con un album che svetta
sulla stragrande maggioranza delle uscite del settore.
Una line-up completamente stravolta, con il solo chitarrista/cantante Dave
Kibler a unire il vecchio corso della band con il nuovo, a cui si aggiungono
musicisti di punta della scena tecnicamente molto più preparati rispetto al
passato della formazione statunitense, come il fenomenale batterista Jordan
“The Violator” Varela (in forza anche nei Lust Of Decay e
Domination Through Impurity, oltre ai defunti Debodified), Von
Young dei Deaden, chitarra e voce, e il bassista Chris Campbell
(anch’esso impegnato dietro al microfono). Nonostante il seguito accumulato
negli anni dai Lividity con dischi come …’Til Only The Sick Remain,
i nostri non mi avevano mai colpito più di tanto, nonostante la loro proposta
fosse in pieno stile porno/gore americano -quindi marcia e sanguinolenta a
dovere- ma priva di quella complessità, schizofrenia e brutalità che
contraddistingue Used, Abused, And Left For Dead. Il sound dei
nostri è radicalmente mutato, con un incremento sorprendente del livello tecnico
delle composizioni, che acquistano una variabilità neanche immaginabile ai tempi
delle vecchie release, e velocità mozzafiato nell’eseguire i passaggi più
“ignoranti” come i fraseggi più intricati, lasciando immutate le atmosfere
perverse che hanno contraddistinto tutta la produzione dei Lividity.
Used, Abused, And Left For Dead è furia cieca che ammorba piano
piano, ma che non fa dell’aggressione gratuita e degli assalti in blast beat la
principale caratteristica. Dietro ogni brano di questo sorprendete album si
percepisce una cura minuziosa in ogni singolo particolare, trasformando brani
riccamente articolati in schegge impazzite che si rivelano in tutta la propria
bontà ascolto dopo ascolto. Un grandissimo lavoro in fase di scrittura per
rendere le tracce incalzanti, immediate, intrise di melodie acide e schizzate,
assolutamente imprevedibili nel loro incedere, in equilibrio fra rallentamenti catchy
a bordate dalla violenza senza freni. Chitarre multiformi, basso pulsante (e
valorizzato a dovere dalla produzione), assalti vocali assolutamente malati, con
tutti i quattro componenti della band a porre il proprio contributo (a cui
Von Young tocca però svolgere il lavoro principale) con voci dal classico
timbro fognato ultragutturale allo scream corrosivo a intricarsi e sovrapporsi
apparentemente senza particolare ordine, e su tutti il drumming fantastico di
Varela, finalmente più concreto rispetto ai suoi standard, a porre un valore
aggiunto a un disco mostruoso, semplicemente mostruoso. Un album che va
assimilato necessariamente nel suo insieme, che ha una portata ben diversa di
quanto gli mp3 disponibili dal sito ufficiale della band possano rivelare.
Brani tutti ugualmente curati e micidiali, scevri delle parti più groovy che
tanto amavano i Lividity del passato, ma tasselli di prodotto molto più
maturo, articolato, interessante, distruttivo e ovviamente ironico, con le
tematiche porno/gore a chiudere il cerchio perfetto che i Lividity hanno
tracciato con questo disco. Irresistibili i testi e alcuni campionamenti
inseriti all’inizio di alcune tracce, come la quinta The Cumming of the
Trilogy (Pussy Lover pt. 3) -a chiudere una trilogia inaugurata anni fa- in
cui due individui poco raccomandabili discutono su come ci si possa divertire sessualmente con polli e
galline (ahahaha!!!) o gli ultimi due minuti di Phallic Beat Down (dalla
considerevole durata di oltre otto minuti) praticamente estratti dai “filmetti”
preferiti di questi malati di mente.
Used, Abused, And Left For Dead è un disco che farà sicuramente
la gioia di tutti gli appassionati, composto e suonato come (forse) meglio non
si poteva. Privarsi del Lividity del 2006 sarebbe un gravissimo errore.
“Cry and scream as i pump in your ass.”
Stefano Risso
Tracklist:
- Raped for Rent
- Gore Epitomite
- Seven19
- Deviant Pleasures (mp3)
- The Cumming of the Trilogy (Pussy Lover pt. 3)
- Exhibition of Carnage
- Used, Abused And Left for Dead (mp3)
- Hero of Dementia
- No Time for Lube (mp3)
- Stench of Virginity (Sonic Version)
- The Urge to Splurge
- Bound in Skin (mp3)
- Phallic Beat Down