Recensione: Vanargard (EP)
Nel luglio 2010, in quel di Napoli, il tastierista e cantante Ottavio Pariante ed il chitarrista Roberto Scilla danno vita ai Vanargard, band incline al melodic metal, la quale si mette alla prova in svariati live shows nell’area campana e nella realizzazione di un demo di tre pezzi. Nel frattempo, la band consolida via via la propria line-up con l’aggiunta di Stefano Mottola alla batteria, Agostino Zannella alla chitarra solista e Fabio Esposito al basso.
Quattro anni dopo, per i Vanargard è giunto, adesso, il momento di cimentarsi con il primo, omonimo EP autoprodotto, che vede la luce proprio in questi giorni.
“Vanargard” mostra le doti di un combo che fa dell’elemento melodico il valore più rilevante della propria proposta artistica. La melodia pervade, infatti, tutti i brani dell’EP, potenziando un tessuto sonoro che, su una spina dorsale metal, si arricchisce di fascinazioni power, hard rock, progressive ed AOR.
L’intelaiatura del sound della band partenopea è profondamente focalizzata sul ruolo delle tastiere, oltre che del canto. In particolare, una funzione fondamentale è conferita al pianoforte, fin dall’emozionante Intro.
Sempre il piano conduce l’arrembante Falling Down, in cui è contrapposto a riff di chitarra saettanti sullo scenario di una sezione ritmica che fila come un treno. Qui la melodia appare evocativa e darkeggiante, mentre risulta più ariosa e spiccata in From Here to Eternity and Beyond.
Il lavoro discografico vede prevalere le cavalcate rock come Final Masquerade, With Honor and Pride (dalle architetture sonore classicheggianti e non scevre da influenze power e progressive, e dove pure la sei-corde elettrica è collocata sugli scudi), ed ancora Higher, edificata sul suono di asce e di tasti d’avorio torreggianti e magniloquenti. Non mancano, comunque, rari momenti più quieti, come la già citata Intro e la prima parte di Best Day of My Life.
Il demo dei Vanargard, in definitiva, mette in luce le confortanti qualità di una band che dimostra passione, energia e perizia strumentale, e di cui attendiamo con interesse le prossime mosse artistiche.
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