Recensione: Variante Alla Morte
Non si può proprio dire che, nella loro carriera, i Cripple Bastards abbiano fatto album fotocopia. Senza contare la sconfinata serie di ep, split e compagnia bella che compone principalmente la loro discografia, i full lenght del gruppo di Asti sono stati tutti essenzialmente diversi tra loro. A partire dal seminale Your lies in check fino al complesso Desperately insensitive, passando per l’arcinoto e splendido Misantropo a senso unico, i Cripple hanno segnato indelebilmente il percorso musicale estremo della Penisola con la loro miscela di grind e hardcore italiano vecchio stampo.
Variante alla morte è il nuovo e atteso capitolo di questa storia, e non fa eccezione in quanto a cambiamenti e novità. In primis, la produzione: se fino ad ora i CB ci avevano abituato ad un suono grezzo, saturo e caotico, adesso ci propongono un suono curato e di stampo svedese, della serie Nasum/ultimi Rotten Sound. Complice il signor Fredrik Nordström, già produttore di At The Gates, Opeth e svariati altri nomi grossi.
Dopo la produzione, l’altra novità è il ritorno completo al cantato in italiano. Anche se si tratta più che altro di un richiamo al passato, è di sicuro un gradito ritorno per chi ha amato Misantropo a senso unico e le vecchie tracce culto come Italia di merda e Prospettive limitate.
Per quanto riguarda la struttura delle tracce, si nota un netto miglioramento rispetto al precedente Desperately Insensitive. Ascoltando l’album salta subito all’orecchio che la direzione intrapresa sembra più metal-oriented rispetto al passato: il growl è aumentato e la struttura delle canzoni si è allontanata percettibilmente dal tipico HC/punk, da sempre presente in dosi massicce nel gruppo, mentre si sono avvicinate, più che in passato, le pesanti influenze del grind svedese e del death metal. La cosa potrà far storcere il naso a qualche vecchio fan tradizionalista, ma a mio parere il risultato ottenuto è notevole. Giulio come sempre sforna una devastante prestazione alla voce e una nota di merito va data al Kommissar alla sei corde. Il lavoro della chitarra è, infatti, la parte che a mio parere è migliorata di più a livello di songwriting rispetto al precedente album.
Variante alla morte è, in parole povere, un disco fresco di grindcore maturo, vario, che suona bene e spacca le ossa che è una meraviglia. Consigliato ai fan di Rotten Sound, Gadget e Nasum, che probabilmente lo adoreranno, mentre ci sono buone possibilità che qualcuno condanni il cambiamento, specie chi è ancorato alle vecchie, grezze produzioni del gruppo.
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Tracklist:
1) Faccia da contenitore
2) Variante alla morte
3) Pedinati
4) Allergie da contatto
5) Insofferenza
6) Lo sfregio e le sue ombre
7) Inverno nel ghetto
8) Spirito di ritorsione
9) L’uomo dietro al vetro opaco
10) Sorriso decubitale
11) Stimolo chimico
12) Cedimento strutturale
13) Sangue chiama
14) Implacabile verso il suo buio
15) Stupro e addio
16) Confessionale in b&n
17) Marchio catastale
18) Gli anni che non ritornano
19) Karma del riscatto
20) Regredito a che punto
21) Falsificato ideale
22) Sottoposti al taglio
23) Conquista dell’isolamento
24) Auto-azzeramento