Recensione: Velvet Darkness They Fear

Di Blind_Keeper - 20 Gennaio 2005 - 0:00
Velvet Darkness They Fear
Etichetta:
Genere:
Anno: 1996
Nazione:
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85

I Theatre Of Tragedy sono stati senz’ombra di dubbio uno dei gruppi più influenti del panorama
gothic: possono infatti essere considerati gli ideatori del “beauty and the beast metal” caratterizzato dalla contrapposizione di una voce aspra e bassa maschile (growl) ed una angelica e dolcissima femminile (ethereal).
Qui però non si parla ancora di gothic.
Velvet Darkness They Fear, seconda release dei Theatre Of Tragedy, può essere considerato il capolavoro del gruppo. Tutte le nove tracce sono una meravigliosa miscela di doom/death a doppia voce: quella della leggendaria Liv Kristine Espenæs e di Raymond I. Rohonyi, inoltre autore delle oscure lyrics scritte in inglese medioevale, equivalente al volgare italiano.
Il disco inizia con la title track, ridotta al ruolo di intro, che fin da subito fa affondare il nostro animo nell’atmosfera cupa del disco: suoni ovattati, note di pianoforte limpide e tetre allo stesso tempo, urli terribili che risuonano distanti… fino a quando tutto ciò viene spezzato dalla celestiale voce di Liv Kristine, segno che il nostro viaggio è appena iniziato.
L’intera odissea musicale di Velvet Darkness They Fear rimane costantemente ad alti livelli, senza veri e propri punti alti e bassi. Si passa da canzoni più lente e dai riff pesanti e grattati come Fair and ‘Guiling Copesmate Death, a ritmi più sostenuti come quelli della bellissima Der Tanz Der Schatten, unica canzone in tedesco, fino a canzoni come On Whom the Moon Doth Shine o Black as the Devil Painteth dotate di alcune sonorità che ricordano davvero da vicino i mostri sacri del doom/death, i My Dying Bride. Questi però sono solo nomi indicativi, ogni canzone è un piccolo capolavoro a sè stante: il doppio cantato di Liv e Raymond che sembrano quasi discutere tra di loro, gli intermezzi particolarissimi e il saggio equilibrio tra melodia e metal donano ai Theatre Of Tragedy uno stampo particolarissimo, che li rende differenti da ogni altro gruppo.
Un capolavoro. Chi ama il doom dovrebbe averlo a tutti i costi, e vi assicuro che, dopo aver ascoltato tutto il disco, quando arriverete all “Away…” finale di The Masquerader And Phoenix, il senso di felicità e malinconia che ognuno di noi prova quando si finisce un album / libro / film che ci ha veramente soddisfatto prenderà anche voi.

Tracklist:

1. Velvet Darkness They Fear 01:05
2. Fair and ‘Guiling Copesmate Death 07:05
3. Bring Forth Ye Shadow 06:49
4. Seraphic Deviltry 05:17
5. And When He Falleth 07:08
6. Der Tanz der Schatten 05:29
7. Black as the Devil Painteth 05:26
8. On Whom the Moon Doth Shine 06:15
9. The Masquerader and Phoenix 07:35

Tempo totale 52:45

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