Recensione: Vendetta

Di Alessio Meucci - 23 Luglio 2009 - 0:00
Vendetta
Band: Celesty
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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83

Dico la verità, in passato i Celesty non mi avevano granchè entusiasmato, soprattutto coi primi due album, forse per la voce mediocre di Kimmo Peramaki nel debutto, forse per la poca maturità riscontrata anche nel seguente disco, ma trovandomi sotto il naso Vendetta non posso che trasformare i miei passati dubbi in complimenti. Se Mortal Mind Creation aveva rappresentato il salto di qualità con un songwriting di tutto rispetto e una personalità invidiabile, questo nuovo capitolo celeste non fa altro che confermare la qualità di Jere Luokkamäki e soci.

Eppure, dopo le prime due canzoni, stavo per convincermi definitivamente che i Celesty non fossero una band che potesse far per me. Il motivo sta nel fatto che, tolto il possente intro, “Euphoric Dream” e “Greed & Vanity” non hanno saputo catturare la mia totale attenzione; due tracce molto ben suonate, ma povere di quell’ingrediente fondamentale per il power che io chiamo “zucchero per i timpani” e che per molti è semplicemente orecchiablità. Penalizzanti in tal caso le parti vocali, non molto melodiche e un po’ fuori dai canoni power. Poco male, perchè dalla travolgente cavalcata epica e molto Rhapsodyana “Like Warriors” fino alla fine del full-length, si gode e si ri-gode. “Autumn Leaves” è un altro pezzo strepitoso, sulla scia della precedente; parti epiche e sinfoniche che richiamano i primi Fairyland, si amalgamano alla grande con momenti più soft e accelerazioni tremende. “Feared by Dawn” cavalca la stessa onda e seppur meno tirata, non manca di regalarci un assolo stupendo e maestose parti orchestrali che in un qualsiasi film di Tim Burton o in un futuro “Lo Hobbit“, potrebbero starci come un ramarro al sole.

Lord (Of This Kingdom)“, anche dal titolo, ricorda un po’ i Manowar di “Warrior Of The World United“, incalzante e inneggiante a spade e battaglie epiche. Con “New Sin” la musica non cambia e si giunge all’altra gemma del platter. “Dark Emotions” è forse la traccia meno power, musicalmente molto più vicina allo stile dei Children Of Bodom, più heavy/prog con passaggi tecnici che mettono in risalto le palle quadre dei nostri. La breve Strato-oriented “Fading Away” non aggiunge altro e lascia il posto alla suite “Legacy of Hate pt.3” che chiude la trilogia iniziata con l’album omonimo nel 2004. Che dire, 14 minuti di musica con la M maiuscola, a cui dà il via la splendida voce di Suvi-Tuuli Dietrich nel mini-capitolo “Candlelight“, che molto ricorda la più nota Sharon Den Adel dei brani più romantici firmati Within Temptation. In un susseguirsi di epiche orchestrazioni, doppia cassa e solenni chours, passando per una splendida parte centrale ottimamente suonata, si arriva alla conclusione semi-ballad, non prima di aver avuto il piacere di ascoltare una curiosa quanto apprezzabilissima parentesi di 2-3 minuti che ricorda non poco, udite udite, i Dimmu Borgir. Ovviamente con tanto di cantato in scream.

I Celesty, con “Vendetta” si confermano così tra le più importanti ed eccellenti power band scandinave. La produzione e le abilità individuali sono eccelse (buonissima la prova del sempre più convincente Antti Railio) e il songwriting è maturo e all’altezza delle aspettative. Il tutto, confezionato da un artwork splendido. Anche l’occhio, oltre all’orecchio, vuole la sua parte; e qui entrambi sono accontentati.

Alessio ‘the MetalKeeper’ Meucci

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Tracklist:
I.  Prelude For Vendetta
II.  Euphoric Dream
III.  Greed & Vanity
IV.  Like Warriors * MySpace *
V.  Autumn Leaves * MySpace *
VI.  Feared By Dawn
VII.  Lord (Of This Kingdom)
VIII.  New Sin * MySpace *
IX.  Dark Emotions
X.  Fading Away * MySpace *
XI.  Legacy Of Hate part III
 – Candlelight
 -Shadow Land
 – Chaos And Destruction (instrumental)
 – Feelings

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