Recensione: Vengeance
Correva l’anno 2001 quando sulla scena metal fecero il loro debutto i Mystic Prophecy, già al tempo guidati dall’ottimo cantante Dimitris Liapakis e affiancato da un emergente chitarrista dal nome di Gus G che negli anni a venire si farà apprezzare per i suoi lavori con Dream Evil e, soprattutto, con i Firewind.
Tornando a noi, questo Vengeance battezzò i Mystic Prophecy come grande promessa (non mantenuta, purtroppo) del Power Metal europeo; il loro sound, in effetti, essendo un ottimo mix tra Power teutonico e US Power, riesce a conferire una aggressività ai pezzi che da tempo non sentivo, il tutto accompagnato dalle linee vocali del buon Dimitris, capace sempre di ricreare melodie di facile presa e capaci di esaltare al meglio il suo timbro di voce, caldo e dotato di ottima estensione. Le chitarre sono sempre in primo piano, dotate di suoni potenti e tendenti al thrash; ritmiche serrate accompagnano tutto l’album che, alla fine delle sue 10 tracce, risulterà riuscito sotto tutti i punti di vista!
Dopo un intro parlato, irrompe con tutta la sua violenza Sky’s Burning, pezzo caratterizzato da un chorus da urlare a squarciagola, dotato di riff che trascinano e colpiscono, senza fare prigionieri. Damnation And Darkness è un pezzo più articolato, dove a sfuriate Power si intromettono passaggi più cadenzati e meditativi, ricreando così un’atmosfera horror, oscura.
Molto US Power oriented è invece Welcome In The Damned Circle, con la chitarra di Gus G intenta a ricreare riff che ricordano gli Iced Earth dei primi tempi. Calano i ritmi con la più “riflessiva” Dark Side Of The Moon, ma i Mystic Prophecy dimostrano, in questa circostanza, che anche rallentando i ritmi riescono comunque a scrivere pezzi convincenti grazie alla tecnica squisita dei singoli musicisti; a tal proposito va evidenziato l’assolo bello e sentito di Gus, anche se un po’ troppo corto.
Si torna a pestare duro con River Of Hate, canzone che alterna strofe oscure a chorus malinconici e dal grande impatto emotivo. Si prosegue con la semi ballad In The Mirror, un po’ scontato come pezzo ma decisamente gradevole all’ascolto, soprattutto se questo viene accompagnato dalla lettura del testo. Grande è l’inerpretazione di Dimitris mentre Gus G ci delizia con un assolo che colpisce non tanto per la qualità tecnica ma soprattutto per l’emozione che sa trasmettere. Dopo l’anonima In The Distance, chiudono il sipario, muovendosi su coordinate veloci ed aggressive, When Shadows Fall e Fallen Angel.
In definitiva possiamo parlare di Vengeance come di un album di spessore, considerando anche il fatto che è un debutto. Il songwriting è convincente, gli arrangiamenti curati, ottima anche la produzione che punta tutto su suoni grezzi per mettere in risalto il lato più “heavy” della band. L’unica pecca che si può rivolgere a questo lavoro è la monotonia delle soluzioni che, per quanto convincenti e azzeccate, alla lunga possono stancare. Questa poi sarà la vera pecca dei Mystic Prophecy che, fossilizzandosi su queste coordinate, non riusciranno a compiere un deciso salto di qualità.
È doveroso comunque sottolineare come questo album, al tempo della sua uscita, è stato davvero una grandissima sorpresa! Album capace di coinvolgere ed emozionare allo stesso tempo, presentandoci una band che, forse, è riuscita a scrivere il suo lavoro migliore proprio con questo Vengeance, album che consiglio a tutti gli amanti di sonorità heavy/power!
Roberto “Van Helsing” Gallerani
Tracklist:
1. 1545 – The Beginning
2. Sky’s Burning
3. Damnation And Darkness
4. Welcome In The Damned Circle
5. Dark Side Of The Moon
6. River Of Hate
7. In The Mirror
8. In The Distance
9. When Shadows Fall
10. Fallen Angel