Recensione: Vengeful Spectre (殒煞)
Dopo il black metal e derivati scandinavo/occidentale oramai anche la Cina si è ritagliata uno spazio di tutto rispetto in quell’ambito, talvolta con risvolti più o meno legati al folklore locale. Da band come Ritual Day, Zuriaake(葬尸湖), Black Kirin (黑麒麟) ed Enchentenka (迷魂殿) arriviamo ai presenti Vengeful Spectre (殒煞). Nati in primavera del 2019, la band scrisse il singolo “Wailing Wrath” che fu in seguito pubblicato nella compilation “Death Kult Over Black Congregation”, uscita tramite Pest Productions. Nel 2020 la band ritorna con l’omonimo album di debutto.
“The Expendables” e “Wailing Wrath” sono strutturalmente simili, essendo più dilatate ma comunque incrollabili e multicolori nelle ritmiche e negli arrangiamenti. “The Expendables” però vince leggermente in quanto a bellezza delle melodie e per i curiosi e fugacissimi assoli di chitarra quasi alla “Bela Lugosi is Dead” dei Bauhaus.
In “Wailing Wrath” le tinte depressive aumentano il lato triste e cupo, umori evidenziati ulteriormente in “Despair and Resentment”. La tonalità spiritualmente sommessa di quest’ultimo brano potrebbe farlo apparire più debole rispetto al resto, ma in realtà ha un certo caratterino ed un breve ma prorompente uso del growl (altra cosa in comune con “Wailing Wrath”). Certamente è un ottimo brano nel suo genere anche se risulta un filino messo in ombra dalle altre canzoni(l’intermezzo “Hermit” non si conta).
Con l’album omonimo i Vengeful Spectre ci propongono un disco di alto livello ed ottimamente prodotto. Si può dire che ogni singolo componente dia forza all’altro con decisione e gran gusto melodico. La sicurezza e convinzione infusi in questo debutto sono sorprendenti, un’opera col botto, tra le migliori della scena locale. A questo punto è lecito sperare che il gruppo mantenga questa linea qualitativa, un debutto che i più potrebbero solo sognare, di qualunque nazione essi siano. Per chi ama il connubio folk e metal ma anche per quelli che apprezzano il black metal meno “caotico”.