Recensione: Vengeful Spectre II
Tre anni dopo il più che ottimo, omonimo album , i cinesi Vengeful spectre tornano con “ Vengeful Spectre II (殞煞 二) “, secondo capitolo di una trilogia di lavori. Il proseguimento della storia porta il folk black/death metal a subire alcune variazioni piuttosto importanti.
Il contesto generale
“Vengeful Spectre II” estende il racconto della precedente opera descrivendo però vita e morte di un profeta, una guerra religiosa di insurrezione ed il ritorno degli spadaccini vendicativi. Di conseguenza l’atmosfera generale conferisce al folk black/death un istinto generalmente più meditativo, yin – triste e lento – rappresentato da tinte funeral doom metal. Pulsazioni di tale genere affioravano vagamente pure “Wailing Wrath” e “Despair and Resentment” brani presenti nel primo capitolo e sorta di origine del sound odierno.
Altro punto che diversifica “Vengeful Spectre II” dal precedente è la minor presenza degli strumenti folk. Andiamo però avanti.
La recensione di “Vengeful Spectre II”
Insomma, trama dei testi a parte, sembra proprio che i Nostri abbiano reputato rischioso proporre un album stilisticamente uguale al primo full-length. In questo senso hanno voluto evitare confronti e diciamo, hanno fatto benissimo. Sonorità pressoché analoghe al precedente lavoro si trovano nel buon singolo “Storming Insurrection of War”, nonché nel folkcloristico intro mentre il resto possiede volontà espresse nel paragrafo sopra. Si tratta di brani di lunga durata, in cui il funeral doom spesso prende il sopravvento sul folk black/death originando sonorità magmatiche ma anche parentesi vaporose ed acustiche.
Da questo punto di vista “Ghostly Mountains” riassume il meglio del “nuovo corso”. Il pezzo di distingue per l’atmosfera spettrale e minacciosa ma soprattutto per la splendida elettricità dissonante data dagli assoli delle due chitarre. Quest’ultime sono un mezzo per esprimere creatività e bellezza, a cui comunque non manca una componente furiosa, accentuata anche dal growl cavernoso oltre che dallo scream.
Parlando del resto siamo su livelli tutto sommato apprezzabili per il genere con una qualità un po’ più alta in “Broken Blade”. Esso attira per i suoi ritmi relativamente più sostenuti ed epici, in una sorta di compromesso tra passato e presente.
Il punto più basso dell’opera coincide con l’opprimente “Abyssal Nightmare” alquanto monotono nella struttura.
Conclusione
Con “Vengeful Spectre II” i Vengeful Spectre si sono alquanto reinventati proponendo un album dalle sonorità non facili e fin qui dobbiamo lodare il loro coraggio. Dal punto di vista tecnico l’album è ottimamente suonato e prodotto ed è – al netto di uno scivolone- fondamentalmente più che valido a livello compositivo.
Chi come la sottoscritta non va matto per il funeral doom difficilmente farà i salti di gioia, inoltre il minor uso degli strumenti folk si fa sentire. D’altro canto tale opera potrebbe essere gradita per gli amanti di tale genere. A voi la scelta.
Nonostante il cambiamento i Nostri rimangono comunque uno dei punti riferimento della scena black/death e folk metal cinese e non solo. E’ lecito chiedersi cosa si inventerà il gruppo per il prossimo, terzo capitolo della trilogia. Vedremo.
Elisa “SoulMysteries” Tonini