Recensione: Veniversum
Poco noti, almeno in Italia, i finlandesi De Lirium’s Order vantano, nonostante ciò, dodici anni di carriera e tre full-length di cui l’ultimo in ordine di tempo è quello in esame: “Veniversum”. La discrasia fra la loro visibilità (scarsa) e qualità (discreta), comunque, non riguarda solo i dati statistici ma, anche e soprattutto, la musica.
Musica che, partendo da una base death metal piuttosto classica, si ramifica in varie direzioni, comprendendo nello specifico technical, un accenno di brutal e prog; nel comune denominatore di un flavour fresco e moderno. Un mix anch’esso dai contorni regolari e abbastanza definiti, senza che si esageri, cioè, sia con le contaminazioni, sia con le sperimentazioni. I Nostri, semplificando al massimo, picchiano come fabbri, in fondo, anche se con indubbia maestria e cognizione tecnica.
È un po’ difficile da spiegare, la peculiarità di “Veniversum”: l’album si presenta contemporaneamente facile e difficile. Facile, poiché le melodie che vi s’incontrano sono accattivanti nella loro semplice linearità. Difficile, in quanto tali armonizzazioni sono erette su un’ossatura di complicata ingegneria. In entrambe le fattispecie non c’è esasperazione: né arie catchy da swedish death metal da una parte, né partiture impossibili alla Divinity, tanto per fare un esempio.
E, come per i canadesi, c’è la trappola della dispersività, in agguato. Tranello che consiste nel non riuscire a mantenere uno stesso filo logico, nello svolgimento del tema musicale. Nel caso del combo di Kuopio, non appare così perfettamente chiusa la cerniera fra i più su menzionati sotto-generi metal. A volte si ha la sensazione di avere a che fare con un disco di prog, altre di technical, altre ancora di brutal. Senza che tali parti si compenetrino a dovere, risultando così, l’insieme, sfumato anzi caleidoscopico.
Questa tendenza a divagare eccessivamente nei vari ambiti stilistici, che impedisce ai De Lirium’s Order di fissare con decisione un proprio marchio di fabbrica, è figlia della stessa attitudine posseduta però dai singoli membri della band. Ciascuno di questi ha un bagaglio tecnico che difficilmente si può discutere. S.M. NekroC e Mika Sundvall formano una coppia di chitarristi d’eccellenza assoluta, capace di affrontare anche le ritmiche più complicate come i soli maggiormente elaborati. Erkki Silvennoinen al basso e Ukri Suvilehto alla batteria sono in grado di scalare qualsiasi progressione ritmica, arrivando alle iper-velocità dei blast beats senza perdere nemmeno una briciola di nota/battuta. Kari Olli muta la sua ugola a piacimento orbitando attorno a un possente e veemente growling. Tutti quanti, però, si comportano, nelle varie song del CD, come se mancasse una regia comune. Un direttore d’orchestra, insomma, che amalgami i preziosi talenti in suo possesso.
Logico, di conseguenza, aspettarsi da Olli e soci un’analoga bravura nel metter su le canzoni e un’altrettanta difficoltà a plasmarle in un insieme coerente. Così è, ed è un peccato, giacché due episodi come “Autistic Savant” e “Maximum Sentence” lasciano intravedere un potenziale notevole che, lungo i quarantuno minuti di “Veniversum”, pare perdersi irrimediabilmente. “Autistic Savant”, dopo un incipit dissonante, propone una strofa irresistibile, costruita su un magnifico quanto devastante riff di chitarra e da una tonalità drammatica che esprime benissimo l’anima nera dei temi trattati dai finnici. “Maximum Sentence”, dal canto suo, è un manifesto del technical death metal ‘spaziale’, nel quale si fondono ritmiche alla velocità della luce, decelerazioni incredibili e orchestrazioni da science fiction. Del resto, ahimè, non rimane granché da scrivere. Anche dopo insistiti e cocciuti ascolti, non si riesce a trovare il bandolo della matassa così si finisce per rimanere con una sgradevole sensazione d’incompiutezza o, peggio ancora, di noia.
Se “Veniversum” fosse composto da brani sullo stesso livello tecnico/artistico di quelli sopra menzionati, sarebbe da cento. Se, al contrario, ci fossero solo gli altri, il voto sarebbe cinquanta. Di conseguenza, il giudizio finale.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Tracce:
1. Autistic Savant 6:36
2. .44 6:39
3. Maximum Sentence 5:36
4. Seppuku 4:18
5. The Gravity Of Crime 3:30
6. Schizophrenic 4:36
7. My Kingdom From Baekdu 4:44
8. The Aftermath 5:10
Durata 41 min.
Formazione:
Kari Olli – Voce
S.M. NekroC – Chitarra
Mika Sundvall – Chitarra
Erkki Silvennoinen – Basso
Ukri Suvilehto – Batteria