Recensione: Verderbnis – Der Schnitter Kratzt an Jeder Tür
Li avevamo dati per morti. Nel 2006, infatti, a breve distanza dalla pubblicazione di “Nektar: Teil 2”, i Nocte Obducta avevano annunciato ufficialmente il loro scioglimento. Due anni più tardi usciva “Sequenzen Einer Wanderung”, un album che si poteva praticamente definire postumo e che doveva essere il definitivo saluto della band tedesca ai propri fan. Dopo tre anni, però, ecco la sorpresa. Un nuovo disco, questo “Verderbnis – Der Schnitter Kratzt an Jeder Tür” (trad. it. “Depravazione – I Graffi del Mietitore su Ogni Porta”), per la gioia di tutti i loro fan e degli amanti della buona musica.
Purtroppo i Nocte Obducta, nonostante abbiano sempre sfornato album di assoluto valore, non sono mai riusciti a sfondare veramente. Il loro stile, spesso molto contaminato (per esempio dal rock, dal prog, dall’ambient o dalla musica psichedelica anni ’70), non è mai stato semplice o di facile assimilazione. Per questo, probabilmente, è stato rifiutato dal grande pubblico, per essere pienamente apprezzato solo da una ristretta cerchia di estimatori. Il motivo di questo successo mancato è probabilmente da ricercarsi in questo e nel fatto di aver sempre pubblicato per case discografiche di secondo piano, come la Grind Syndicate e la Supreme Chaos Records, fino all’attuale MDD, probabilmente anche incapaci di promuovere e distribuire i CD del gruppo in maniera adeguata, in una sorta di spirale da cui è fin’ora parso impossibile uscire.
Abituati alle copertine ricercate degli ultimi dischi, decisamente distaccate da certi stilemi del black a cui, comunque, si rifà la musica, sorprende, quindi, quella di “Verderbnis – Der Schnitter Kratzt an Jeder Tür”. La scelta di una immagine simile, esclusivamente in bianco e nero, quasi un disegno tale è il contrasto della foto, così simile a quelle dei primordi del black metal norvegese (e che per questo ricorda tanto quella di “Schwarzmetall”), lascerebbe presagire un ben preciso tenore stilistico.
Come spesso accade con i Nocte Obducta, però, non tutto è come sembra.
Siamo convinti che se anche avessero deciso di fare un album esclusivamente di raw-black metal, sarebbe stato un capolavoro (in fondo proprio “Schwarzmetall, citato poco fa, è lì a dimostrarlo), non è però così. Come sempre, infatti, la proposta del gruppo tedesco è estremamente variegata e aperta a svariati tipi di contaminazioni.
L’album si apre con “Tiefrote Rufe” che inizia con dei suoni ovattati, come se stessimo ascoltando un vecchio giradischi nella stanza accanto, poi delle interferenze e, finalmente, la musica ci arriva diretta e limpida. Appena attacca la voce, però, ci si accorge che qualcosa è cambiato. Chi si fosse aspettato la voce di Torsten, infatti, sarebbe rimasto deluso dal cambio avvenuto dietro al microfono che ora vede Traumschänder come principale singer (i fan dello storico cantante dei Nocte Obducta, però, non temano: la sua ugola compare ancora qui e là lungo tutto il disco).
Dopo un inizio più veloce e cadenzato, improntato a una certa melodia, pur senza arrivare a certi estremismi, con “Schweißnebel” i ritmi rallentano decisamente con parti quasi ambient, composte quasi di sola voce con un accompagnamento di rumori di sottofondo, che si alternano a passaggi genuinamente doom.
Con la quarta, brevissima, traccia “Niemals Gelebt” emerge un’anima black’n roll che non avremmo mai creduto appartenere ai Nocte Obducta. Si tratta solo di un intermezzo, per quanto sorprendente, orecchiabile e coinvolgente, che ben presto lascia spazio a pezzo come “El Chukks Taverne” che strizza l’occhio a certe sonorità e ritmi delle prime uscite del gruppo tedesco.
Prima della fine del disco c’è ancora spazio per qualche sperimentazione elettronica, per dei passaggi molto vicini alla musica psichedelica degli anni ’70 (come si accennava in apertura di recensione), tracce di quasi 9 minuti che volano via senza quasi neanche farsene accorgere, intermezzi ambient e d’atmosfera capaci di far gelare il sangue nelle vene. Tutto questo e molto altro, come solo una band di classe è capace di fare, riuscendo ad amalgamare ognuno di questi elementi in maniera armoniosa e unica, personale, di grande gusto ed effetto.
La produzione, come spesso accade nei dischi dei Nocte Obducta, è sporca, ruvida, ma questo è solo parzialmente responsabilità degli studios dove vengono registrati e mixati i dischi. Si tratta, infatti, di una scelta mirata del gruppo per ottenere un ben determinato suono che meglio si confà allo stile e alle atmosfere che si vogliono creare con il CD. Una scelta che si ripete e che la band porta avanti fin dagli esordi e dalla scelta di ri-registrare l’esordio “Lethe” nello stesso studio in cui aveva inciso il loro demo.
Per concludere “Verderbnis – Der Schnitter Kratzt an Jeder Tür” è una sorpresa che non ci aspettavamo, ma che accogliamo con gioia. Il ritorno sulle scene di un gruppo che, fin’ora, non ha ancora sbagliato un colpo e che si conferma, dopo l’inaspettata e insperata reunion, band di altissima qualità. Per questo motivo non vediamo l’ora di avere tra le mani un nuovo e ulteriore capitolo della discografia dei Nocte Obducta.
Tracklist:
01 Tiefrote Rufe
02 Schlachtenflieder
03 Schweißnebel
04 Niemals Gelebt
05 El Chukks Taverne
06 Obsidian Zu Pechstein
07 Wenn Ihr Die Sterne Seht
08 Verderbnis
Alex “Engash-Krul” Calvi