Recensione: Verrà La Morte e Avrà i Tuoi Occhi
Qual miglior biglietto da visita per una giovane band se non quella di dar vita ad un esordio discografico pregno di idee e soluzioni compositive azzeccate? Se così ipotizziamo stiano le cose, sul mercato si sta affacciando una reaòtà interessante che, ne siamo certi, farà parlar di sé.
I Colonnelli, band proveniente da Grosseto, rappresentano al momento uno dei sempre più frequenti lampi che la scena italiana sta garantendo ad un panorama che fino a poco tempo fa appariva davvero grigio in ambito thrash metal.
I Nostri dimostrano di avere le idee ben chiare. La citazione presente sul loro profilo Facebook ufficiale parla chiaro: ‘La musica dei Colonnelli affonda le proprie radici nel punk e nel thrash metal degli anni ’80, e si fonde con la prosa italiana più dura e realista. Attraverso i suoi testi, i riff pesanti e le continue citazioni, i Colonnelli, creano la loro identità e un esperimento musicale unico nel suo genere’. Mai citazione fu più azzeccata.
In “Verrà La Morte e Avrà i Tuoi Occhi” troverete tantissimo speed metal di fine anni Ottanta (e thrash di inizio anni Novanta…), quella arrotato dal tenace e brillante speed metal ottantiano. Non mancano raffinatezze che toccano ambiti post-thrash e hardcore, così come è da evidenziarsi il gran lavoro alla fonetica sul cantato rigorosamente in lingua italiana. Compito assai arduo e che raramente trova successo come nel caso in esame. Resta il dubbio che fuori dai confini nazionali il cantato italiano sia più un limite che un pregio, sebbene, in questa sede, lo si apprezzi a prescindere. Perché magari non provare a comporre anche qualche pezzo in inglese tanto per non rischiare di essere considerati limitati su suolo internazionale? Sia ben inteso che tale resta solo un consiglio, come stessimo chiaccherando davanti ad una birretta scazzata in un pub irlandese (data la vicinanza della festa di San Patrizio!)…
I brani tendono a scorrere tutti quanto secondo lo stesso cliché: velocità, aggressività e quel briciolo di melodia che rende il lotto delle canzoni assai accattivante. Viene forse un po’ meno la potenza, quella che deflagra ovvero il groove esplosivo (simil Pantera/Machine Head per intenderci) che ti fa saltare in aria al primo ‘stop and go’! L’aspetto compositivo è ricco però di spunti, talvolta davvero inaspettati che vanno dal cambio ritmico alla soluzione armonica disinvolta e spontanea, ma che tanto bene si incastra al songwriting di quel determinato momento.
Provate ad ascoltare brani come ‘La Marcia Dei Colonnelli’, ‘Il boccone Amaro’ o la gemma (a parer di scrive, brano di punta dell’intero disco) ‘Circo Massacro’. Ci troverete dentro tante idee, alcune finezze ritmiche ‘esclusive’ e soli eleganti che lasciano trasparire attitudine e capacità.
La produzione è pulita e chiara così come il missaggio bilancia bene i volumi. Che altro dire? Personalmente prediligo produzioni più ‘filo bay area’ in quanto ritengo che queste attitudini artistiche diano il massimo di loro quando enfatizzate da suoni corposi e decisi, ma questo non toglie che la brillantezza del songwriting, nel caso in questione non sia assolutsmente valorizzata. Lo è, eccome!
Nulla di nuovo, tanto di buono… ed un terzetto di musicisti che sa il fatto suo! Siamo quindi già in attesa della seconda release e dell’occasione di vedervi dal vivo! Colonnelli: Avanti così!
Nicola Furlan