Recensione: Vertigo
La Finlandia, oltre a vantare una tradizione Metal impressionante, primeggia anche su altri fronti, come nel Folk Rock degli Hexvessel o nell’Occult Rock psichedelico di Jess And The Ancient Ones, sul cui ultimo lavoro si concentrano queste note. Nel 2010 a Kuopio, città del Savo Settentrionale, Thomas Corpse e Thomas Fiend, chitarristi della formazione Death/Thrash Deathchain, decidono di cimentarsi in un progetto che permetta loro di sperimentare nuove formule espressive. E così, assoldati altri cinque componenti, tra cui la dotata vocalist Jasmin Saarela, danno vita a Jess And The Ancient Ones. Nel 2012, con la pubblicazione del debut “ST”, inizia il sodalizio ormai quasi decennale tra la band e la Svart Records, etichetta finlandese sempre attentissima nell’intercettare nuove e interessanti realtà underground.
Il primo album suona come un Vintage Hard Rock ispirato tanto a Mercyful Fate, Iron Maiden e, più in generale, alla NWOBHM, quanto alla psichedelia settantiana e, in particolare, a Roky Erickson. A livello compositivo questo esordio, molto apprezzato dal pubblico, è incentrato sui riff e sulle trame tracciate da ben tre chitarristi e si inserisce alla perfezione nella scena del guitar-driven e female-fronted Occult Rock in fermento nella seconda decade dei Duemila e trainata da Blood Ceremony, Jex Thoth e The Devil’s Blood.
Ma Jess e compagni non si accontentano di essere un buon gruppo di una scena in espansione, vogliono fare le cose a modo loro e non impiegano molto a trovare la strada giusta… Già nell’EP “Astral Sabbat” del 2013, infatti, la centralità delle chitarre si ridimensiona parzialmente, lasciando che i brani si strutturino sempre più intorno a tastiere e organo Hammond. Ma è con i successivi “Second Psychedelic Coming: The Aquarius Tapes” (2015) e “The Horse and Other Weird Tales” (2017) che, abbracciando pienamente generi come 60’ Garage, Blues e Progressive Rock, miscelati con psichedelia e Doom (più nelle atmosfere che nel sound), Jess And The Ancient Ones mettono a punto una proposta personale, connotata da registri vocali variegati e testi che, seppur continuino a riferirsi a un immaginario magico, sono meno votati al left hand path. Questa evoluzione è accompagnata dal ridimensionamento della line up a quintetto, con la fuoriuscita di due chitarristi, tra cui il co-fondatore Thomas Fiend.
Uscito il 21 maggio per Svart Records, a quattro anni da “The Horse and Other Weird Tales”, “Vertigo” prosegue nella direzione stilistica dei suoi predecessori. “Burning Of The Velvet Fires” è un’opener d’impatto che alterna psichedelia e Hard Rock e in cui spiccano i tappeti di tastiere impazzite e il bellissimo canto di Jess. Più tranquilla “World Paranormal” che, aperta da un organo Hammond, si sviluppa in un pezzo orientato alla psichedelia di fine anni Sessanta, con strofe catchy e i ritornelli potenti. Si tratta probabilmente del brano migliore del platter insieme alla successiva “Talking Board” che, invece, si avventura nell’esplorazione dei misteriosi territori Occult Rock, con atmosfere rituali create da organo, cantato e testi. “Love Zombi” è molto particolare, soprattutto per la direzione Prog che prende nella seconda parte.
Più dirette “Summer Tripping Man” e “Born to Kill”: la prima è trainata da una batteria veloce su cui si intrecciano riff di chitarra e organo Hammond, mentre la seconda è un mid-tempo, il cui riff downtuned palesa la vena Doom del gruppo, sovente assai più velata. Con “What’s on Your Mind” si torna su registri Retro Rock, mentre gli 11 minuti abbondanti della conclusiva “Strange Earth Illusion” sono una sorta di compendio stilistico dei Nostri: la sezione iniziale è appannaggio di pacate note di piano su cui fa capolino una chitarra solista che conduce il pezzo a svilupparsi tra Psych Rock, Doom e Prog con strutture che, nella loro continua metamorfosi, offrono ben pochi appigli.
Grazie al raggiungimento di un raffinato – quanto delicato – equilibrio tra qualità compositiva, abilità tecnica (ottima, in particolare, la prestazione vocale di Jess) e caratterizzazioni atmosferiche, “Vertigo” rapisce l’ascoltatore per tutti i suoi 40 minuti di durata, senza commettere alcun passo falso. A parere di chi scrive, si tratta del miglior disco realizzato fino ad oggi da Jess And The Ancient Ones.