Recensione: Vicious Rumors
Nel corso degli anni ci sono state delle band che sono cadute nel piu’ assoluto dimenticatoio , o che non hanno avuto il successo che meritavano ; tra queste abbiamo i Vicious Rumors ,band americana dedita ad un Power Metal davvero di ottima fattura, che trova inserimento in quel periodo che fu’ considerato a cavallo tra la meta’ e’la finedegli anni 80.
L’album che vado a recensire , e’ da considerare , forse tra i piu’ autorevoli del genere , Power Speed Metal allo stato puro con qualche sterzata Thrash , la band si fa’ fautrice di un sound che e’ andato scomparendo poco a poco , Heavy Metal potente e veloce , ma allo stesso tempo anche melodico , genere che , oltre alla gia’ citata band, solo gruppi come Savatage, Metal Church , Riot sono stati in grado di riproporre .
Si comincia con ” Don’t wait for me “, song che subito designa le coordinate musicali della band , riffs massicci introducono la potente ugola di Carl Albert, uno dei migliori singer mai esistiti, acuti vertiginosi e splendide lyrics fanno da cornice ad uno dei brani piu’ validi dell’ intero disco , con un refrein travolgente e assoli di chitarra al fulmicotone , dove i due chitarristi Geoff Thorpe e Mark Mcgee dimostrano tutta la loro efficienza. Il secondo brano ” World Church ” , mette in mostra il lato piu’ Thrash della band americana , ritmi cadenzati e vocals angoscianti battono come un martello pneumatico nelle nostre orecchie , facendoci capire che ci troviamo difronte ad una band , che non suona soltanto del buon Heavy Metal , ma che ha capito che la musica non’ e’ soltanto velocita’ ma anche groove, dove i Vicious Rumors sono maestri . Sulle tre tracce successive
” On the Edge “, ” Ship on Folls ” , ” Can You Hear it “, si ritorna sui binari del piu’ classico Speed Metal , brani ben strutturati , un lavoro di songwriting davvero prestigioso , dove la band ritrova , ancora una volta in Albert, il proprio punto di forza , il singer da il meglio di se ; ” Down to the temple ” e la seguente ” Hellraiser ” evidenziano la componente melodica del gruppo, la lezione impartitagli dai maestri Iron Maiden e Helloween sembra esser stata ben assimilata dal five – piece , scuola inglese e scuola tedesca a confronto , doppiacassa dall’ inizio alla fine, senza un attimo di respiro . Anche i restanti tre brani si attestano su buoni livelli, insomma un disco che non deve assolutamente mancare alla vostra collezione, per una band che ha firmato gli Eighties con grande classe e personalita’ , segnando la fine di un era…
Marco Ruggiero (Nameless Crime)
Tracklist: