Recensione: Victoria’s Waiting
E’ proprio il caso di scriverlo: talvolta gli inglesi (pubblico, critica e promotori) impazziscono.
Se bastano quattro riff messi in croce, una voce volutamente disinteressata, anticonformista, un moniker alla moda e del groove per acconsentire ad una qualsiasi new entry di racimolare qualche soldo, siamo messi male anzi, malissimo.
Nella fattispecie, è l’hard rock espressamente radiofonico di questi This Devasted Fan a insinuare un dubbio più che legittimo, hard rock scialbo e derivativo, musica usa e getta di bassissima levatura promossa da un’etichetta, Wit Records, foriera in passato di prodotti più che discreti.
Qui siamo al classico buco nell’acqua.
Prendiamo in mano il manifesto promozionale a corredo di una confezione digipack certamente ammiccante, dove si preannuncia una band da capogiro: “Ascoltando Victoria’s Waiting avrai quella magica sensazione che ti assale ogni qualvolta accendi la radio e ti ritrovi a piangere per un pezzo che avresti sempre voluto sentire”. Ma a chi volete darla a bere? Cominciate il vostro “viaggio” con Blow Out Stars e poi sappiatemi dire: un vero supplizio.
A sfogliare questa collezione di brani ultra-anonimi, emerge l’immagine di un gruppo mainstream che vorrebbe essere associato ai mitologici Led Zeppelin, ma qui non esiste tecnica nella chitarra di Robbie Cavanagh (il Jimmy page non dei poveri, dei poverissimi), non esiste musicalità, e resta ben salda soltanto l’impressione (di cattivo gusto) di una boy-band vecchio stile. L’ovvietà di Black Elevator, la banalità di Circus, la monotonia di Waterfall e la confusione di Into The One rendono l’idea.
Fantasia non pervenuta, suoni piatti, produzione dilettantistica ed enormi limiti compositivi: c’è bisogno di gettare altra benzina sul fuoco?
Spiace dover entrare così duramente su un gruppo giovane e immaturo come i This Devastated Fan, ma i soldi richiesti per acquistare Victoria’s Waiting sono gli stessi che potreste investire su un disco parigrado e di qualità infinitamente superiore. Mi aspetto un successo su larga scala (limitato all’Inghilterra) e proposte “indecenti” per la pubblicazione del secondo disco: agli inglesi piace così, a noi no.
Gaetano Loffredo
Tracklist:
01.Black Elevator
02.Circus
03.Into The One
04.Waterfall
05.Blow Out Stars
06.Victoria’s Waiting
07.Crash
08.Amaze Me
09.Over My Head
10.Elementary Girl