Recensione: Vinum Intus

Di Ottavio Pariante - 16 Luglio 2012 - 0:00
Vinum Intus
Band: Alghazanth
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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70

A circa due anni e mezzo  dal superbo “Wreath of Thevetat”, ritornano sul mercato i finnici Alghazanth con il  nuovissimo e malvagio “Vinum intus”.
Per quanto riguarda il lato squisitamente musicale, le coordinate stilistiche sono rimaste inalterate: black metal sinfonico di grande spessore, emozionale e carico di pathos, dove le orchestrazioni, molto ben inserite nel contesto e mai troppo invadenti, dimostrano di essere il valore aggiunto di questo disco. Istrioniche e gelide, queste avvolgono il suono in un compatto strato di malvagia epicità e drammaticità.
Da evidenziare però in contro tendenza una produzione buona ma non eccelsa, in grado di fornire, soprattutto al primo ascolto, suoni troppo impastati, dove la sezione ritmica spesso è nascosta  dietro il suono più spigliato delle chitarre.
Fatte le dovute premesse, però, ci teniamo ad evidenziare che con “Vinum intus”, gli Alghazanth hanno fatto altro passo in avanti, puntando su composizioni di grande impatto sonoro e melodico e su un trademark che, pur se poco originale, risulta sufficientemente personale e gradevole.

Questo aspetto è subito evidenziato dall’opener “A Living Grave”, una canzone articolata che rappresenta un azzardo per i cliché del  genere, visti i suoi continui cambi di tempi e di umori. Un pezzo di difficile presa ma dotato di un indiscutibile fascino ipnotico e malvagio. Da evidenziare anche l’ottimo cantato di Goat Tormentor, drammatico e viscerale, che impreziosisce ulteriormente la track.
Con ”With a Thorn in our Hearth” gli Alghazanth tornano all’antico, dispensando melodie capaci di sprigionare un ferocia che non ha rivali, grazie a un  riffing sempre granitico e glaciale e ad uno screaming dannatamente evocativo.
Only the Reflection Bleeds”, al contrario, rappresenta forse il lato più conservativo della band. Le origini, le ideologie  e gli stilemi di un filone che li ha resi famosi sono tutti convogliati in questo pezzo che, con tutto il rispetto, può essere catalogato come un delizioso riempitivo ma che non influirà più di tanto sull’economia artistica della band
I momenti di maggior pregio dal punto di vista qualitativo e compositivo dell’album sono rappresentati dal trittico “Under the Arrows Star”, “Wine Within”e “For Thirteen Moon”. Tre canzoni di elevata caratura, che  hanno un impatto decisamente diverso sull’album. La prima in ordine cronologico è la bellissima e devastante”Under the Arrows Star”, nella quale dopo un arpeggio di chitarra triste e mansueto, assistiamo ad un’esplosione sonora di invidiabile potenza, che trasforma il brano in un mid-tempo travolgente.
Wine within” è una traccia dall’approccio più “viking”, che trasuda epicità da tutte le note. Black sinfonico che deborda da ogni singola nota è l’ultima in ordine cronologico “For thirteen moon” che, assieme alla seguente “Triunity”, è da considerarsi tra i pezzi più riuscito dell’intero album.
Due composizioni, queste ultime, totalmente diverse tra loro ma cosi simili, così felicemente ispirate, così vere e malvagie; la prima intima e cadenzata, la seconda esalta la rabbia nascosta della precedente.

Un disco, dunque, che cresce a dismisura con l’incedere del tempo. Ti uccide lentamente e ti soffoca pezzo dopo pezzo e non fa nulla se l’ultima “The way of the scales” non riesce a colpire né per originalità né per fascino e non chiude degnamente l’album. Non si può giudicare un album per il singolo brano ma per le emozioni ed i contenuti che nel complesso riesce a fornire.
“Vinus intus” un album bello, ispirato destinato a durare nel tempo, perché possiede tutti gli elementi per restare costantemente nel vostro lettore.

Ottavio “Octicus” Pariante

Track-list:
1-A living grave 6,46
2-with a thorn in our hearth 7,46
3-Only the reflection bleeds 6,41
4-under the arrow star 5,44
5-Our Ascent of the Tower 2,30
6-Wine within 4,39
7-For thirteen Moon 8,00
8-Triunity 6,00
9-The way of the scales 7,06

Line up:

E.Partanen:Bass
Mika Kaakkolahti (aka.Thasmorg):Guitar
Mikko Kotamäki (aka Goat Tormentor) : Vocals, Bass
Riku Vallisto (aka Grimort) : Guitar
Tuomas Ekholm (aka Ekholm) : Keyboard
Sami Järvinen (aka Gorath Moonthorn) : Drums

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