Recensione: Violence Spreads Its Drape

Di Matteo Bovio - 13 Settembre 2002 - 0:00
Violence Spreads Its Drape
Band: Retaliation
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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85

Anni di attesa ma finalmente potremo gustarci la nuova creatura di questa fenomenale grindcore-band svedese; autori di uno sconvolgente mini-cd (The Execution), i nostri hanno sempre prediletto il giro rigorosamente underground, tanto che il loro nome difficilmente fuoriesce dal circuito strettamente specializzato. Abbandonata la oramai defunta Headfucker Records, il gruppo ha affidato la produzione alla svedese Putrid Filth Conspiracy, etichetta con molta dimestichezza in ambito grind. Eccoci così giunti alla prima stampa (per ora solo 500 copie in Lp) di questo memorabile Violence Spreads Its Drape: non un semplice album, ma, almeno per il sottoscritto, il documento che sancisce chi siano oggigiorno i re del grindcore.

La matrice svedese del loro suono emerge più che mai in quest’ultima loro fatica: se già prima il paragone con i Nasum era stato azzardato da parecchi, ora le somiglianze sembrano essere ancora maggiori. Ovviamente solo se facciamo riferimento alla parte più vecchia della band loro conterranea… I Retaliation mantengono comunque quel particolare riffing e quella violenza primordiale che li rendono assolutamente unici. Il suono ed il modo di suonare sono leggermente affinati, ma non tanto da renderli troppo “perfettini”. Diciamo che in linea di massima Violence Spreads Its Drape è più “rilassato” rispetto agli eccessi dell’esordio, pur mantenendo ancora una carica che pochi altri posseggono. Un album tiratissimo in tutti i suoi 28 pezzi, con sporadici rallentamenti troppo brevi per poter rompere il ritmo terremotante. Ma anche un album con delle innovazioni allettanti.

Tra queste troviamo ad esempio un vertiginoso aumento di pezzi crust, in cui si fa sentire tutta la stima che i pazzi grinders portano per i loro amici Disfear (il loro bassista aveva suonato un pezzo su The Execution). E devo dire che questo nuovo lato dei Retaliation mi piace veramente!!! Diciamo che sembra rendere il tutto più… umano. E se mai un giorno questa band dovesse cambiare definitivamente rotta, spero proprio sia questa la strada che intraprenderà.

The Execution resta ancora il meglio… ma questo nuovo lavoro è pochi passi dietro! E’ altrettanto privo di pietà, devasante e deviato; solo un pelino più ragionato. Questo è l’unico piccolo neo che si possa scorgere in questo album. Manca l’istintualità dell’esordio, quel fattore che lo rendeva così intransigente. Non che quella dei “nuovi” Retaliation si possa definire violenza calcolata! Ma finiamola parlare male di questo grande lavoro, perchè proprio non se lo merita. Se amate il grind, cancellate ogni vostro impegno e cominciate a lanciarvi in una ricerca su internet per accaparrarvi una copia: e quando finalmente sarà tra le vostre mani, preparatevi a sentire il massimo della violenza sonora che il nuovo millennio abbia saputo sfornare.
Matteo Bovio

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