Recensione: Violent Revolution (20th Anniversary Edition)
“Those who make peaceful revolution impossible will make violent revolution inevitable”
(John F. Kennedy)
‘Violent Revolution’ è il decimo album dei Kreator, pubblicato, tramite Steamhammer, nel 2001.
In occasione dei suo ventesimo compleanno la band tedesca, con Nuclear Blast, ha deciso di rispolverarlo immettendone una nuova edizione sul mercato, disponibile dal 21/01/2022.
Per rendere l’album più appetibile gli è stata affiancata una selezione di brani registrati dal vivo ed è stato poi pubblicato in vari formati: digitale, CD Jewelcase e Digipak, doppio LP con il vinile colorato, cassette ed anche un cofanetto Ltd. Edition 4LP+2CD, contenente anche l’esclusivo fumetto ‘Graphic Violence – Chapter 1’.
Il contenuto della nuova release di ‘Violent Revolution’ corrisponde alla sua versione originale del 25 settembre 2001, per cui si rimanda il lettore alla recensione che TrueMetal.it pubblicò, grosso modo, all’epoca (giugno 2002), raggiungibile da ‘qui’.
Trascorsi vent’anni, si può aggiungere che, pur non ritenendolo tra i migliori lavori della band (so che sarò accoltellato alla schiena dai fan irriducibili, ma, personalmente, preferisco di gran lunga i primi ed essenziali quattro album) è innegabile che ‘Violent Revolution’ sia diventato, con una manciata di altri album di band storiche pubblicati in quel periodo (tipo ‘The Gathering’ dei Testament del 1999), un punto fermo nel segnare la rinascita del Thrash Metal, quella che io chiamo la “fine dei maledetti anni ‘90”.
La storia la conosciamo tutti: la presa tra il pubblico Metal del grunge e dell’alternative, l‘interesse verso il Nu Metal, il cambio di rotta di gruppi essenziali come i Metallica hanno fatto perdere interesse per il figlio ribelle dell’Heavy Metal, che, dopo una decade intensa, è stato relegato in un angolo con pochissime band, quali gli Slayer, a difenderne l’onore.
Lasciamo stare le cause: la voglia di novità, l’interesse commerciale, la perdita dell’istintiva ferocia di chi stava crescendo … le cose stavano così.
Ma, come dire … chi nasce Thrasher resta Thrasher … ad un certo punto qualcosa è scattato: i vecchi leoni sono usciti dalle loro tane ed hanno ricominciato a ruggire, trascinando con se una schiera di giovani che volevano suonare come loro. E’ stata un’onda immensa, la cui energia travolge ancora oggi, non tanto per le novità, il Thrash è rimasto praticamente quello, ma per l’enorme passione che lo alimenta (anche se, purtroppo, il ricambio delle giovani band è molto veloce, con tante meteore che, pur lasciando il segno, non riescono a raggiungere la qualità di chi, questo genere, lo ha creato).
Passati vent’anni il Thrash è saldo al suo posto nella storia della musica e questo grazie anche ai Kreator, che hanno corso il rischio di tornare ad essere se stessi incidendo ‘Violent Revolution’.
Per questo motivo è giusto festeggiarne i vent’anni.
Segnaliamo, infine, che l’album è stato prodotto nientemeno che dal chitarrista dei Sabbat, Andy Sneap, personaggio di spicco del nostro movimento ed ora elemento essenziale nella storia dei Judas Priset e che il suo titolo deriva da un commento di John F. Kennedy del 1962: “Coloro che rendono impossibile la rivoluzione pacifica, renderanno inevitabile la rivoluzione violenta“.
Veniamo ora alle registrazioni live, raggruppate sotto il nome di ‘Bootleg Revolution’ e comprendenti esibizioni estratte da alcune date del ‘Violent Revolution Tour’.
Di queste ne sono state pubblicate due versioni: una più limitata, con estratti dei concerti tenuti in Brasile, Corea ed al sempiterno Wacken, una seconda estesa anche alle esibizioni tenute ad Istanbul ed al Waldrock olandese.
Il Tour era sotteso a promuovere il nuovo album ed a dichiarare apertamente le intenzioni di Petrozza and Friends di svoltare ad ‘U’, con la maggior parte della scaletta incentrata sui primi album e sull’ultimo, con pochi accenni alla discografia intermedia.
La qualità e la selezione delle registrazioni delle date brasiliane (una delle tante), coreana (3 giugno 2022) e del Wacken (3 agosto 2022) è parecchio valida e dà una chiara idea della potenza live dei Kreator all’epoca e della loro voglia di sfondare i timpani. E’ emblematica la chiusura di questa parte con le tracce finali del festival tedesco (‘Flag of Hate’ e ‘Tormentor’).
La seconda parte è più per fans accaniti e per chi ha superato i cinquanta ed ha voglia di nostalgia, ricordando quando l’unico modo per ascoltare certe band dal vivo era andare a pescare i bootleg nascosti nel fondo degli scaffali dei negozi di dischi, sperando di trovare qualcosa di più della registrazione del rumore di fondo o della voce del fan che urlava vicino al microfono o dei tamburi che suonavano come i fustini del dixan.
Che tempi … si spendevano anche dei gran soldi per queste registrazioni terribili.
Diciamo che la qualità di questa seconda parte di ‘Bootleg Revolution’ non è così pessima, anzi, ce ne fossero state all’epoca … E’ comunque grezza, diciamo a livello dilettantistico, soprattutto per quel che riguarda la selezione del concerto di Instanbul (dai dati che ho reperito dovrebbe essere la data del 29 giugno 2003), dove a volte la voce scende parecchio e via dicendo.
Meglio la parte del concerto al Waldrock (22 giugno 2002), del quale è presente tutta la scaletta.
Diciamo che il ‘Bootleg Revolution’ completo comprende ben 41 tracce, delle quali alcune doppie se non triple e senza apprezzabili varianti (non c’è una ‘Flag of Hate’ suonata per ukulele od una ‘Extreme Aggression’ con l’accompagnamento del coro della Chiesa).
Per chi vuole conoscere la potenza di fuoco di questa inossidabile band, basta la versione del CD più breve (concerti di Brasile, Corea ed al Wacken), tenuto conto che c’è anche un live ufficiale uscito appena due anni fa (‘London Apocalypticon – Live at the Roundhouse’).
Chi, invece, mangia pane e Kreator tutti i giorni saprà anche apprezzare la versione completa.
Per la questione annosa del voto: per quanto riguarda ‘Violent Revolution’ si conferma quanto giudicato dal redattore tanti anni fa, esprimendo un 78 per l’insieme totale delle registrazioni live a corredo.
In ultima analisi, questa nuova edizione di ‘Violent Revolution’ può essere un buon acquisto per chi non ce l’ha ed anche per chi è collezionista. Certo che ora sta per uscire ‘Hate über Alles’, il nuovo album e qui si che la curiosità si accende.