Recensione: Visceral Void Entropy

Di Manuele Marconi - 10 Agosto 2024 - 0:15
Visceral Void Entropy
Band: Sonum
Etichetta: WormHoleDeath
Genere: Death  Progressive 
Anno:
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
70

Nel 2018 a Vicenza nascono i Sonum, con l’obiettivo di portare nelle nostre orecchie un suono denso, ricco di dissonanza, oscurità e aria di soffocante claustrofobia. Il complesso veneto esordisce nel 2020 con l’EP “Monolithic”, seguito da un secondo EP l’anno successivo, ovvero “Divide et Impera”. Già dal titolo di questi due prodotti si può intravedere la rosa dei temi di fondo che permeano i testi dei Sonum: decadenza, riconoscimento del nichilismo moderno. Il loro primo full length non fa eccezione: nel 2022 i nostri pubblico “Visceral Void Entropy”, andando a scavare ulteriormente nell’idea di marcescenza che permea il mondo che essi vanno a descrivere.

Il brano di apertura, “The Poison we create”, non fa gridare al miracolo, ma neanche risulta pesante: un pezzo un po’ nel limbo che non accende quella scintilla che ci si aspetterebbe da un pezzo di apertura. Questa impressione rimane costante per tutta la prima metà del disco, come se si fosse costantemente sull’orlo di un’esplosione, che però non avviene mai. Nella parte centrale invece sboccia qualcosa, e finalmente arriviamo alla sezione più interessante del lavoro: i pezzi “Iconoclast”, “Bury My Body Here” e “I Am Destruction” mostrano finalmente i muscoli del gruppo vicentino, con una presenza dietro le pelli a alla chitarra che finalmente fanno sentire l’elemento di varietà e tecnica con cui i Sonum si presentano. Peccato che dopo questi tre episodi l’album torni sul regime già presentato poco prima, rispettando perfettamente un’ipotetica curva gaussiana.

Il quintetto di Vicenza si presenta bene, non delude le aspettative, ma si nota il fatto che comunque essa sia ancora all’inizio del proprio percorso artistico. “Visceral Void Entropy” è un disco pesante, claustrofobico e opprimente, che forse però si chiude troppo su sé stesso. Le potenzialità ci sono e si vedono, speriamo caldamente in un disco successivo con una maggior presenza tecnica e di estro, elementi essenziali per elevarsi un po’ rispetto alla massa.

Ultimi album di Sonum