Recensione: Vision Divine
Ed ecco il primo prodotto di un progetto quanto mai interessante, quello dei Vision Divine, che avrebbe finalmente rivisto insieme due della maggiori menti creative della scena metal italiana. Ritrovatisi finalmente dopo circa due anni di separazione, i creatori storici dei Labyrinth, il singer Fabio Lione ed il chitarrista Olaf Thorsen, danno una vita a quello che, partito come un progetto parallelo alle rispettive band, Rhapsody e Labyrinth, sarebbe finito col diventare uno scalino importante per la carriera di entrambi.
Finalmente nei negozi e negli stereo di tanti, l’album omonimo della band, si presenta subito con New Eden, primo pezzo del platter, che ci mostra immediatamente un Lione aggressivo come poche volte prima ed una componente musicale veloce e melodica, nel classico stile di Thorsen. Da segnalare in ogni canzone l’ottimo lavoro del drummer Mattia Stancioiu, capace di realizzare ritmiche power, ma con influenze prog veramente gradevoli. La seconda song dell’album è On the wings of the storm, pezzo veloce il cui refrain ricorda forse un po’ lo stile epico dei Rhapsody, che ci catapulta immediatamente verso uno dei pezzi più interessanti: Black mask of fear, veramente molto particolare e scandita dall’incessante battere della doppia cassa, che ci presenta una delle passioni di Lione, ovvero la doppia voce sovrapposta. Ci si appresta quidi verso la quarta traccia, The exodus, dominata in gran parte dai riff macinati dalla chitarra del buon Thorsen, che ci catapulta verso il pezzo sicuramente migliore dell’album: The whisper. Tutto qui raggiunge veramente l’apice con l’introduzione sussurrata e le tastiere in rilievo che portano ad una song veramente ottima sotto ogni aspetto. La sesta traccia, Forgotten worlds, è una strumentale veramente ben fatta tra cambi di tempo e melodie molto azzeccate, seguita dalla title track, Vision Divine appunto, che alterna strofe aggressive ad un ritornello più melodico e compassato. L’ottava canzone è la cover di uno dei pezzi storici del metal internazionale: The final coutdown degli Europe. Questa è probabilmente anche la song più inutile di tutto l’album, in quanto assolutamente uguale all’originale. Il trittico finale del platter è sicuramente gradevole, ma ormai non lascia più nulla da scoprire, in quanto ogni composizione si inserisce in quanto di innovativo già proposto prima. The miracle, Forever young e Of light and darkness non sono altro, infatti, che due buonissime song dominate rispettivamente da tastiera e chitarra ed il classico lentone finale strappalacrime.
In sostanza veramente un bel disco questo primo dei Vision Divine, sicuramente uno dei più ispirati, per il quale bisogna ringraziare due grandi artisti di casa nostra, quali Fabio Lione ed Olaf Thorsen.
1) New Eden
2) On the wings of the storm
3) Black mask of fear
4) The exodus
5) The whisper
6) Forgotten worlds
7) Vision divine
8) The final countdown
9) The miracle
10) Forever young
11) Of light and darkness