Recensione: Visions
Visions, probabilmente il disco più bello degli Stratovarius, si presenta bene con una copertina ispirata, così come la titletrack, alle centurie di Nostradamus.
Senza perdersi in troppi indugi passiamo subito a parlare delle canzoni dell’album.
Si comincia con Kiss of Judas, bella canzone nel pieno stile del gruppo, con molta melodia e un ritornello trascinante che rimane subito in mente. A render ancora più pregevole questa canzone è la presenza nel cd di una traccia multimediale che ci presenta il video proprio di Kiss of Judas.
Il secondo pezzo poi ci presenta un punto fisso di tutti i concerti degli Stratovarius con Black Diamond, indimenticabile il giro di clavicembalo che apre la canzone e che spinto sempre più veloce e ritmato diventa un’occasione imperdibile per pogare a ogni concerto del gruppo.
Sui canoni e nel perfetto stile degli Stratovarius è la successiva Forever Free che alterna momenti più veloci e ritmati alla classica melodia tipica del gruppo che fa risaltare così bene la voce di Kotipelto, una delle mie canzoni preferite del disco e del gruppo in generale.
Lenta e dolce è invece la quarta Before the Winter il cui testo si riallaccia anche alla nona Coming Home, entrambe scritte interamente da Tolkki e ci parlano ambedue di una storia d’amore e del finale ritorno a casa dall’amata.
Cavallo di battaglia e vero inno degli Stratovarius ai loro fan è Legions in cui per cinque minuti il gruppo diventa più aggressivo del solito per coinvolgerci ancora di più in questa canzone che parla di eserciti che sorgono dall’europa sotto la bandiera degli Stratovarius per cantare tutti insieme.
E’ tempo di un altro brano nel classico stile del gruppo con The Abyss of Your Eyes per sentire di che pasta sono fatti tutti gli strumentisti.
La settima traccia Holy Light è un pezzo strumentale e vale stesso discorso fatto per i brani strumentali del precedente Episode. In certi punti è quasi più bello dei brani cantati perchè ci restituisce tutti i membri del gruppo in strepitosa forma e in vena di esibizionismi che rendono un gioiello ogni assolo.
Paradise. L’ottava traccia. Il capolavoro e la canzone più conosciuta degli Stratovarius. Colonna portante di ogni loro concerto. Stupenda, bellissima e chi più ne ha più ne metta. Non si può aggiungere altro, bisogna ascoltarla e cominciare subito a cantarla dopo pochi secondi che è iniziata, perchè non si può resistere.
Infine in chiusura del cd troviamo la titletrack Visions che ci parla delle centurie di Nostradamus a cui è ispirata la copertina dell’album. Presenta un testo molto variegato e vario, contenendo anche alcuni pezzi parlati in cui vengono letti dei brani dalle centurie, e la musica segue il passo continuando a cambiare lungo tutto l’arco del pezzo che è anche il più lungo del cd.
Concludo brevemente dicendo che è un disco da avere, completa maturità degli Stratovarius e loro cd capolavoro insieme a Episode , purtroppo aver raggiunto l’eccellenza con questi due dischi li ha portati in seguito alla tendenza sempre più evidente di copiare se stessi.
Un disco che non può mancare nella collezione di ogni buon metallaro e amante del metal melodico.
Track list
01 Kiss of Judas
02 Black Diamond
03 Forever Free
04 Before the Winter
05 Legions
06 The Abyss of Your Eyes
07 Holy Light
08 Paradise
09 Coming Home
10 Visions (Southern Cross)
(contiene anche una traccia multimediale con il video di Kiss of Judas)