Recensione: Visions
Robert Lowe è quello che ultimamente può essere considerato come il Re Mida del doom metal; qualunque progetto lo veda come protagonista è destinato a diventare automaticamente oro, così com’è stato per il ritorno in grande stile dei Solitude Aeturnus con lo stupefacente Alone, o la rinascita dei Candlemass con il fantastico King Of Grey Islands. Chiaramente, avere a che fare con un cantante di questo livello è il sogno di qualunque musicista presente su questa terra, e gli stimoli per fare il meglio sono più forti che mai. Non ne è eccezione questo Concept Of God, progetto parallelo dei Solitude Aeturnus che annovera fra le proprie file musicisti della stessa band texana tra i quali Steve Mosley, James Martin, John Covington e lo stesso Lowe. La band nasce esattamente nel 1998, dopo la pubblicazione dell’eccellente Adagio, seguito da un periodo di crisi creativa che durerà ben otto anni.
Una croce troneggia solitaria sulla pianura di una valle desolata, poco distante, un corvo accovacciato è intento a pregustare un ghiotto pasto a base di brandelli di carne sanguinolenta; copertina dal netto sapore doomy che ci indirizza subito verso quelli che sono i contenuti dell’album in questione. Per quanto riguardo il sound, sia ben chiaro, lo stile non è propriamente quello proposto con la band madre, ma un intrigante misto fra suoni puramente doom, chitarroni di chiara matrice heavy ed un sottile richiamo allo stoner che strizza l’occhio a maestri del calibro di Black Sabbath e Pentagram. Tematiche apocalittiche e visionarie vanno a comporre un disco che si muove elegantemente su un tappeto sonoro ricreato perfettamente dalla sezione ritmica dei quattro texani, il tutto a sorreggere la voce di un Robert Lowe ispirato come non mai. Se l’iniziale Past Perfect ci mette in mostra il lato più heavy e diretto dei Concept Of God, con una serie di riff duri e diretti ad opera del bravissimo Steve Mosley, la successiva Visions (Nightmares) si fionda immediatamente negli abissi oscuri del doom metal nella sua forma più classica ed elegante fatta di ritmiche lente e soffocanti. Il resto della tracklist continua a mantenersi su tematiche buie ed evocative che rimangono stabilmente fedeli ai canoni più standard del genere, ma in questo caso, il tutto viene rimescolato con una serie di influenze hard rock ed heavy di stampo ottantiano specialmente per quanto riguarda il lavoro delle chitarre. Se pezzi del calibro di Soul Embrace, Falling Down e Traces si rifanno a quelli che sono i Pentagram più datati, ma in una versione più tenebrosa ed epica, Hearing Voices e Fires Of Life riescono a risplendere incredibilmente nella loro luce nera in un misto di atmosfere maligne ed agghiaccianti come nelle migliori produzioni classiche di Candlemass e Solitude Aeturnus. Il punto più alto dell’intero lavoro viene raggiunto sul finire con Unspoken, un pezzo caratterizzato da una lentezza quasi asfissiante e ricoperto da un’aurea incredibilmente malinconica, per poi sfociare in un refrain da brividi; in questa occasione la voce di Robert, riesce a raggiungere vette inarrivabili con un cantato caldo ed emozionante che colpisce direttamente al cuore dell’ascoltatore. Il finale è dedicato alla cover di Man On The Silver Mountain, in una versione che non si distacca più di tanto dall’originale ad opera dei Rainbow, ma che in ogni si lascia apprezzare per la sua forma decisamente più elegante e maestosa.
Non lasciatevi ingannare dalla provenienza dei musicisti coinvolti in questo progetto, il sound della band madre Solitude Aeturnus c’entra poco e niente, se non nelle tematiche affrontate e in alcuni episodi isolati. Visions tende più che altro a calcare quei territori tanto cari a Black Sabbath e figli, rivedendoli però in una versione più moderna ed elegante. Il disco in sé risulta essere molto maestoso e coinvolgente senza dare la minima intenzione di annoiare anche dopo una lunga serie di ascolti. Ma d’altronde, da musicisti di questo calibro, ci si poteva forse aspettare un prodotto sottotono? Certo che no, il risultato finale è fra i migliori e più originali in circolazione. Ottimo lavoro.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
Tracklist:
01 Past Perfect
02 Visions (Nightmares)
03 Soul Embrace
04 Hearing Voices
05 Falling Down
06 Traces
07 Fires Of Life
08 Unspoken
09 Man On The Silver Mountain (Rainbow Cover)