Recensione: Visions from the Spiral Generator
Eccoci qui a recensire l’ultima fatica di Vintersorg, l’ottimo “Visions from the Spiral Generator”.
Iniziamo subito col dire che questo disco è la perfetta continuazione del precedente “Cosmic Genesis”. L’ultimo disco di Vintersorg ce lo aveva mostrato intento in nuove sperimentazioni oltre i così marcati confini del black, alla ricerca di nuove sonorità specialmente in campo prog. La ricerca sembra aver dato i suoi frutti visto questo nuovo “Visions from the Spiral Generator” in cui la componente prog è uno dei punti di forza dell’album e una costante in tutte le canzoni.
Le parti in puro stile black sono ancora presenti nell’ultima opera di Vintersorg, ma non hanno più la parte principale della scena. I brani di cantato in clean vocals sono molto più presenti che nei lavori precendenti e si alternano, a volte anche duettando, con la voce growl che però cede il passo, relegata quasi in secondo piano a dare un tocco di colore quando serve e non più usata come voce principale. Non so se questo sia più un bene o un male, probabilmente gli oltranzisti del black metal storceranno il naso a questa scelta, ma il risultato a mio modesto avviso non sono proprio da buttare via.
Va inoltre fatto notare che la base musicale su cui si innesta il cantato, in clean e in growl, non è certamente quello di un “true norwegian black metal”, e di conseguenza un cantato pressochè monocorde con la sola voce growl avrebbe molto probabilmente stonato.
Le canzoni di questo “Visions from the Spiral Generator” hanno una forte componente prog affidata in particolare alla sezione ritmica per quanto riguarda il sottofondo del cantato e sono inoltre molto incentrate su un grosso uso delle tastiere e di strumenti diversi. La componente black con riff pesanti e taglienti e batteria a mitraglia è ancora presente anche se in maniera molto ridotta rispetto agli altri lavori, solisti e non, di Vintersorg. Forse proprio per segnare un significativo distacco dei lavori solisti da quelli non, questo “Visions…” calca molto la mano sulla parte più melodica e prog che era già presente in embrione nei lavori precedenti.
Da notare poi la produzione per una volta veramente all’altezza che ha provveduto a gestire le fasi di registrazione in tre studi differenti: chitarre, tastiere e voce sono state registrate in Svezia ai Ballerina Studio, la batteria è stata registrata in Norvegia da Asgeir Mickelson dei Borknagar e le parti di basso sono state incise addirittura da Steve DiGiorgio negli States.
Passando ai giudizi generali sul disco è indubbio che questo album sia di difficile collocazione e l’appartenenza al genere black è dettata in particolare dal nome dell’autore. Il genere esatto dovrebbe essere un melodic-prog-black metal. Proprio per questo motivo l’album potrebbe essere di difficile digeribilità da parte del pubblico black più indefesso e di quelli che con il black non vogliono avere nulla a che fare. Il consiglio è comunque quello di non lasciarselo passare davanti senza dargli neanche un’ascolto essendo un disco dai molti pregi. Consigliato anche a chi non ascolta black, magari chiudendo un occhio nei passaggi growl, per scoprire un album che merita.
Per concludere un gran bel disco con il pregio di fondere molto bene generi assai diversi tra loro, ma questo è anche il suo principale difetto perchè potrebbe portare molti a storcere il naso nel sentire nominare generi a cui non sono abituati. Ovviamente non fermatevi alle etichette ma giudicate solo dopo aver ascoltato!
Tracklist:
01 Quotation
02 Vem Styr Symmetrin
03 A Metaphysical Drama
04 Universums Dunkla Alfabet
05 E. S. P. Mirage
06 Spegelspaeren
07 The Explorer
08 A Star-Quarted Coronation
09 Trance Locator
Alex “Engash-Krul” Calvi
