Recensione: Visions Of Freedom
Attivi sin dal 1993, i toscani Twilight Zone giungono al secondo full length della carriera lo scorso anno, con Visions of Freedom, Cd licenziato sotto l’egida della Diamonds Prod.
Della formazione originaria, oggi, è rimasto il solo Stefano “SG” Giusti, attualmente al basso e alle backing vocals. Un po’ di storia: nati da un’idea dello stesso Giusti insieme con Cristian Angelini (chitarra) e Pierluigi Salvatori (batteria), nei primi anni cercano di suonare ove possibile e nel 1995 vede la luce il loro primo demo, intitolato Wandering Reflections. E’ del 2000 Steel Alive e nel 2003 avvengono un po’ di avvicendamenti all’interno della line-up nel periodo in cui viene pubblicato il demo Onirical Inheritance: Fabio Bertini alla chitarra e Filippo Belli (batteria) uniscono le forze con Francesco Bovecchi (al basso dal 1999) e l’onnipresente Giusti.
La consistenza dei Twilight Zone diviene un fatto palpabile a livello nazionale e non a caso la band prende parte al bill della seconda edizione della Tradate Iron Fest, nel 2004, dividendo il palco con Virgin Steele, Omen, Hyades, Fire Trails, Doomsword, solo per citare cinque dei protagonisti di quella rassegna. Segue l’uscita di Plague nel 2006, a oggi l’ultimo demo della loro storia. Il 2011 è segnato dall’abbandono di Filippo Belli che costringe la band a divenire un trio al quale fa seguito l’incisione del pezzo “King Troll”, apparso all’interno di Officina dei Sogni, il primo capitolo del tributo alla Strana Officina (qui recensione).
Nel 2012 il cantante Valerio “Val Shieldon” Scialdone prende posto dietro al microfono e per i Twilight Zone è l’inizio di una nuova era, costellata da concerti, dall’uscita del primo full length …The Beginning nel 2014 e dalla partecipazione a Tales of the Northern Swords (qui recensione), il tributo agli Heavy Load uscito nello stesso anno per Underground Symphony Records, con il pezzo “Little Lies”.
Anni di silenzio solo apparente e qualche mese fa, precisamente a novembre del 2022, vede la luce Visions Of Freedom, album oggetto della recensione, che si accompagna a un libretto di dodici pagine con tutti i testi e numerose foto del gruppo che schiera: Stefano “SG” Giusti al basso, Val Shieldon alla voce, Fabio “Lord Kain” Bertini alla chitarra e Francesco Bovecchi alla batteria.
Dieci sono i pezzi proposti per quarantasei minuti di musica. La loro formula è quella iconoclasta legata all’heavy metal tradizionale e tradizionalista. E fin qui tutto bene, a significare attaccamento alla maglia delle sonorità più ortodosse e abnegazione nei confronti delle radici del genere. I dolori si palesano nel momento in cui ci si addentra man mano lungo le spire di Visions of Freedom e si approfondisce l’ascolto. Se un plauso senza alcun dubbio se lo meritano, i Twilight, per i motivi elencati sopra, è altrettanto vero che quello che “arriva alla pancia” paghi inevitabilmente dazio. C’è da chiedersi se abbia senso pubblicare un Cd, oggi, dalla qualità sonora rivedibile e da pezzi che mediamente non riescono mai realmente a marcare la differenza. Val Shieldon “tira” oltremisura risultando ostico in più passaggi e l’innegabile credo messo su strada da ”SG” & Co. non basta per far per davvero decollare il lavoro. Al netto dei limiti elencati, buone sensazioni, comunque, si registrano lungo “In the Eye of the Biggest Storm” e sull’atmosferica “Reminiscence”. Pregevole pure “Soul Reaper”, quantomeno finché Van Shieldon permane su registri medio bassi, nel momento in cui forza va a macchiare una prova sino a quel momento di sicuro livello.
Stefano “Steven Rich” Ricetti