Recensione: Vittra
Incantevole in tutta la sua disperazione, Vittra rappresenta una delle tappe fondamentali nel progresso sonoro del buon black metal. Certo questa uscita non può essere considerata ignorando una nutrita discografia che nel corso degli anni è riuscita a conquistare un netto miglioramento, sia dal punto di vista stilistico che formale. Sono infatti diversi gli aspetti non convincenti di questo classico del genere oscuro: non si può certo negare la presenza di spunti forse troppo ingenui, come spesso accade nel songwriting delle chitarre (vedi Through The Midnight Spheres), nè tantomeno i vani tentativi di fare paura sfruttando esclusivamente l’abilità esecutiva di percorsi a volte tanto scandalosi quanto impercettibili. Col tempo i Naglfar riusciranno ad eliminare dalla propria forma d’arte le disgustose sbavature che solo l’esperienza riesce ad intravedere: qui ci occuperemo del passato, un capitolo indispensabile per ben comprendere tutto ciò che verrà solo più tardi.
Difficile scegliere le tracce più rappresentative del disco. Partirei comunque con Emerging From Her Weepings perchè riassume l’intero contenuto della proposta svedese: riff tiratissimi accompagnati da una batteria instancabile (suonata dal componente non ufficiale del gruppo Matte Holmgren) che nella traccia più lunga rivelano un crescendo infiammato subito pronto a concludersi nell’indescrivibile. Jens Rydén sfrutta le graffianti corde vocali con uno screaming acido e devastante, ancora più potente se sorretto dalle backing vocals del bassista Kristoffer Olivius, forte di un quattro corde dal suono distortissimo, sporco compagno di banco delle chitarre di Andreas Nilsson e Morgan Sansson. L’atmosfera spettrale che pervade tutto l’album si concentra nel brano omonimo Vittra, dove in poche righe ritroviamo la situazione rappresentata in copertina.
And then she came forth, the forest goddess
Her crying hymns were calling for me
I followed her through the eternal vast forest
And so, so I found myself lost there in…
Sarei fin troppo retorico e ripetitivo se tentassi di descrivere anche gli altri brani. Ognuno di essi è incastrato nell’altro, in un rapporto indecifrabile a parole ma caratteristico della descrizione globale sopra riportata: black metal allo stato puro quello dei Naglfar, consigliato solo agli amanti fedeli che non possono e non vogliono mancare l’acquisto di un’altra delle tante radici che tutt’ora continuano a crescere nel suolo arido e duro della scena metal mondiale.
Andrea’Onirica’Perdichizzi
TrackList:
1. As The Twilight Gave Birth To The Night
2. Enslave The Astral Fortress
3. Through The Midnight Spheres
4. The Eclipse Of Infernal Storms
5. Emerging From Her Weepings
6. Failing Wings
7. Vittra
8. Sunless Dawn
9. Exalted Above Thrones