Recensione: Voilà

Di Fabio Vellata - 3 Gennaio 2025 - 0:01
Voilà
Band: Powell-Payne
Etichetta: Frontiers Music Srl
Genere: AOR 
Anno: 2024
Nazione:
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78

Uno degli ultimi colpi interessanti del 2024 in ambito melodico è arrivato con “Voila‘”, disco di debutto dell’inedita coppia Powell-Payne.
Di certo il nome del batterista Mark Powell non dirà molto a chiunque si interessi della materia. I trascorsi con gli sconosciuti Psycho Kiss non rappresentano, in effetti, un curriculum particolarmente significativo. Qualcosa in più potrà invece suscitare il nome di Adam Payne. Nemmeno lui conosciutissimo, è comunque noto alle cronache per essere stato il frontman nell’ultima formazione conosciuta dei seminali Airrace, con i quali ha inciso il buon “Untold Stories” del 2018.

Il genere scelto dalla coppia di musicisti britannici, date le esperienze precedenti, non poteva che essere uno solo: l’AOR. Declinato tuttavia in una versione spesso energica e non troppo melensa salvo rarissime eccezioni. Buone chitarre e ritmiche che mantengono viva la tensione in una serie di brani piuttosto ben rifiniti.
Il paragone potrebbe benissimo essere quello degli Airrace, band che ha più di un’attinenza con il duo di musicisti e che ha, probabilmente, rappresentato il loro veicolo d’incontro.
Il buon impasto di alcune canzoni dimostra come ci siano discrete abilità in campo. “No Escape“, “Staring at the Sun“, “Girl Like you” e “Taking Back Yesterday”, sono esempi concreti di un disco che fa della melodia un vessillo, riservandosi però di mantenere un minimo di personalità nella composizione.
Il risultato è un cd molto piacevole, con qualche atmosfera che può far ricordare gli apici del settore tipicamente anni ottanta. Van Stephenson, Jeff Paris, Beau Geste, Craaft sono nomi che potrebbero essere accostati senza troppi problemi allo stile riscontrabile in “Voilà”.
Un bel riverbero di sensazioni vintage, senza per forza sapere di troppo attempato. Oltretutto molto ben interpetate, La voce di Payne è davvero ottima e la prestazione chitarristica di Aydan Watkins (altro nome poco noto) è di primissimo livello. Inappuntabile la sezione ritmica Mark Powell (batteria) e Alex Anderson (Basso) a chiusura dello  schieramento più “classico” per una band rock.

Chi apprezza il genere quasi certamente troverà in questo esordio qualche motivo di soddisfazione. Non c’è nulla di nuovo, ma quello che si ascolta è fatto parecchio bene. Denota sicurezza, conoscenza della materia: certamente l’idea concreta di un gruppo di musicisti non improvvisati e ben inseriti nel genere antro il quale si muovono.

Insomma, in parole molto schiette, un buon album.

https://www.facebook.com/PowellPayneProject

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