Recensione: Vol.1
“Vol.1” è l’esordio discografico dei Druids, band di Cremona attiva dall’ottobre del 2016. L’EP, registrato tra i mesi di gennaio e marzo 2019 e uscito alla fine del 2020, è composto da 6 tracce e, con una durata complessiva di quasi 40 minuti, offre una panoramica piuttosto esaustiva sul sound della formazione lombarda.
I Druids sono fieri e ossequiosi adepti della tradizione Stoner/Doom e non fanno mistero della loro passione per i Black Sabbath: il titolo e la copertina del disco si rifanno apertamente al leggendario “Vol.4” del quartetto di Birmingham e sono gli stessi componenti della band ad affermare “Amiamo i Black Sabbath e la nostra musica è ispirata da loro. Volevamo tributarli con una copertina che richiamasse quella del grande Vol.4”. Anche le liriche, incentrate su signori dei riff, stregoni e soggetti affini, si focalizzano su tematiche da sempre care al genere.
Da una prospettiva più prettamente musicale, pur rimanendo all’interno di confini stilistici ben definiti, la proposta di “Vol.1” è votata all’esplorazione del Doom nelle sue molteplici declinazioni: da quello orientato al ‘70 Hard Rock di “Lord ov the Riffs” alla più Stoner e moderna “Warship ov Doom”, dalla psichedelia di “Proceed the Weedians” ad “Acid Goat”, un reboante Heavy Blues di scuola Goatsnake. La closer “Halloweed our Wizard”, il pezzo più veloce del lotto, è invece un riuscito incrocio tra Doom e Heavy Metal tradizionale.
Queste coinvolgenti composizioni evidenziano le buone doti tecniche e compositive dei musicisti. La scelta di utilizzare linee vocali pulite e melodiche si rivela vincente, specie per l’efficace contrasto che queste creano con il muro sonoro eretto dagli strumenti nei passaggi più granitici. Se la chitarra, rigorosamente downtuned, è l’indiscussa protagonista del disco, merita una menzione anche la prestazione puntuale della sezione ritmica e in particolare quella del basso a cui, in più di un’occasione, è affidato il compito di eseguire il riff portante (come nelle strofe di “Proceed the Widians” e “You See Far”), lasciando libera la chitarra di dilettarsi in fraseggi dal sapore ora Blues ora psichedelico. La produzione a cura di Fabio “Flex” Guarneri, che si è occupato anche della registrazione e del missaggio, è sobria e pulita.
“Vol.1” è un esordio convincente, con tutte le carte in regola per attirare l’attenzione degli appassionati del Doom e del Retro Rock underground. Un pizzico di originalità in più avrebbe ulteriormente valorizzato una proposta già di per sé valida, ma i Druids non sono che al primo EP e, acquisita maggiore esperienza, cresceranno anche sotto questo aspetto.