Recensione: Vol. II
Nel ripassare i cambi di line-up che hanno caratterizzato la storia dei romani Whisperz c’è da impallidire! Nati nel 2004 hanno inanellato fra le proprie file un numero esagerato di musicisti, litigato fra di loro sino a quando sono riusciti finalmente a compattarsi per allestire il primo full length della loro carriera, l’omonimo del 2014, uscito sotto l’egida della Revalve Records.
La formazione di quel periodo schierava: Enrico “Fortaleza” Bagnato (batteria), Marco Di Ianni (basso), Leonardo Olasio (chitarra), Massimiliano Maggi (chitarra) e Flavio Falsone dietro al microfono, uno che si è sempre sbattuto prestando la propria voce in sede live anche a band storiche come Messerschmitt e T.I.R.
Dal 2014 a oggi, poi, evidentemente è avvenuto il miracolo.
Messi da parte gli scazzi e le botte di ego, i Whisperz hanno tenuto duro tanto da ripresentare la stessa line-up in occasione dell’uscita del loro nuovo album, intitolato semplicemente Vol. II nonché oggetto delle recensione, confermando anche la stessa etichetta.
Un’unità di intenti rara che senz’altro va valorizzata.
Il Cd si accompagna a un libretto di otto pagine con tutti i testi, una bella foto notturna della band al completo e le note tecniche di rito sulle ultime due facciate, che riportano anche le immagini dei singoli componenti.
Vol. II è la traduzione su dischetto ottico dell’attitudine metallica dei Whisperz 2023, senza se e senza ma: una proposta a cavallo fra l’heavy metal classico e il thrash vecchia scuola, ove la band punta sul groove senza preoccuparsi eccessivamente di premere troppo sul pedale dell’acceleratore.
L’attacco heavy thrash sciorinato lungo la massiccia “Underdog’s Revenge” si staglia sul resto degli altri brani fra i quali si segnalano l’intensa “Prayer”, caratterizzata dall’intro recitato da Marco Di Ianni, la straclassica “Away From Here” e “My Ancient Sin” posta in chiusura, fortemente debitrice dei Metallica quando ancora facevano i “Metallica”.
Vol. II è un album onesto, nulla di più e nulla di meno, che non pretende di certo di cambiare le sorti della storia della musica dura da qui in poi e che rispecchia appieno l’attitudine verace di una band come i Whisperz.
Stefano “Steven Rich” Ricetti