Recensione: Vol II – Words Unspoken

Di Angelo D'Acunto - 14 Agosto 2007 - 0:00
Vol II – Words Unspoken
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Anno: 2007
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64

Il progetto Electric Earth nasce in Svezia nel 2001 dalle menti di
Peter Gottlieb (Psycle), Tommy Scalisi (Gooseflesh,
Rat Salad), Lyris Karlsson (Rat Salad) e Lars Berger (Gooseflesh,
Rising).
Nel 2005 la band rilascia il full-lenght di debutto intitolato
Organic Songs – Volume One che riscuote un discreto successo sulle riviste specializzate nel settore. Nel 2006 il gruppo viene messo sotto contratto dalla belga Mausoleum Records; dopo lo split con il batterista originale
Lars Berger e l’ingresso di Dranken (ex di Sabbra Cadabra e Roarkit), viene dato il via alle registrazioni del nuovo platter.

Words Unspoken è un album di certo non originalissimo: sono ben pochi gli spunti personali che fuoriescono dai 45 minuti circa di un disco che rimane stabile sugli standard del combo svedese già proposti precedentemente; un sound a cavallo fra stoner ed hard rock che fa da personale tributo ai lavori di bands del panorama anni 70 del calibro di Led Zeppelin, Black Sabbath e simili.
La produzione risulta essere decisamente buona ed il songwriting appare molto più maturo rispetto all’esordio.
I brani si mantengono su ritmiche semplici, ritornelli melodici e molto orecchiabili che si alternano fra pezzi stabili su mid tempos e riff di chitarra heavy oriented: ne sono un classico esempio l’iniziale
Drowning e la title track Words Unspoken, due pezzi molto adrenalinici e ben strutturati che mettono in mostra l’ottima capacità esecutiva del quartetto svedese, con particolare risalto delle buone doti vocali del singer Peter Gottlieb.
Purtroppo più si va avanti nella tracklist e più risulta evidente una certa staticità e monotonia all’interno dei pezzi proposti; la capacità esecutiva del gruppo è indubbiamente elevata, ma sfortunatamente ogni singola traccia manca di quel tocco di audacia che consentirebbe un sicuro salto di qualità per la band. Eccezion fatta per le tracce sopra citate e per qualche episodio isolato come le ottime
Wheels Of Confession e Magnetic Soul, il resto dell’album risulta essere appesantito e difficile da ascoltare senza qualche sbadiglio causato dall’unico difetto ascrivibile al gruppo, e cioè quello di non avere il coraggio di osare e “lasciarsi andare”, aggiungendo al proprio sound qualche idea più originale che possa riuscire a farsi distinguere dalla massa.

In conclusione,
Words Unspoken risulta essere un disco di puro ed onesto hard rock anni 70 senza troppi spunti originali e soprattutto senza alcuna pretesa di voler stupire a tutti i costi l’orecchio dell’ascoltatore.
La sensazione che si ha è quella di avere a che fare con un gruppo di musicisti sicuramente con ottime capacità esecutive e discrete idee in fase di composizione, ma con una scarsa voglia di mettersi in gioco, magari con l’introduzione di alcuni elementi personali utili a rendere decisamente più interessante la loro proposta musicale.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

Tracklist:

01 Drowning
02 Words Unspoken
03 Again & Again
04 Concubine
05 Antichrist
06 Wheels Of Confession
07 Serpent Serpentine
08 Magnetic Soul
09 Little Song
10 Amplified
11 Herpes
12 Leaving The Darklands

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