Recensione: Vox Tempus
I Vox tempus sono una band “emanazione” degli Equinox (combo progressive che produsse nel 1997 un album intitolato “Color of the time”). dove hanno militato gran parte dei membri di questo nuovo progetto musicale. Di questo nuovo gruppo, dedito al prog-metal, fanno parte Ray Mantor alle chitarre, Dan Reed alla voce, Eric Ragno alle tastiere e Jim Turba al basso. Il demo promozionale giuntomi segnala, in più, una guest di tutto rispetto: Gregg Bissonette, alla batteria. I brani contenuti nel cd sono soltanto tre, ma delineano abbastanza eloquentemente la direzione musicale che i nostri hanno deciso di intraprendere, ovvero un “progressive metal” in molti passaggi debitore nei confronti di bands come Dream Theater e Fates Warning. Non che questo sia necessariamente un limite in senso assoluto, ma di certo, all’ascolto delle tre songs impegna particolarmente l’ascoltatore nel tentativo di scacciare paragoni o “ricordi” musicali scomodi. Ma andiamo ad analizzare nello specifico i tre brani contenuti in questo demo (che precede la pubblicazione imminente del debut “In the eye of time”).
In apertura troviamo “For every life”, pezzo dedicato alla memoria del defunto chitarrista (e amico del gruppo) dei Great White Ty Longley. Già dalle prime battute si nota una certa cura in sede di arrangiamento, grazie ad una buona impostazione tecnico strumentale di ogni musicista. Molto in evidenza sono le tastiere che svolgono un ruolo di complemento del riffing giocato su tonalità prima basse per poi svilupparsi lungo aperture melodiche accattivanti. Il refrain, in particolare, è impostato lungo armonie di grande presa sull’ascoltatore, sebbene in alcuni passaggi ricordino molto il dream theater sound. Interessante, entrato più nel dettaglio, il lavoro per quanto riguarda la sezione ritmica che, merito del buon Gregg Bissonette, è elegante e pregevole calibrando a dovere i cambi di tempo presenti nel pezzo. La seguente “Revelation”, track lunga a articolata, si fonda su un riffing che prima è cupo per poi alternarsi con aperture melodiche di più facile impatto. Nota di merito va espressa nei confronti delle vocals che riescono a calarsi bene lungo le varie atmosfere delineate dalla traccia. Da segnalare il sempre lavoro fondamentale che giocano le tastiere che soccorrono il morbido riffing semiacustico creando un discreto contrasto cromatico. Il lavoro solistico qui è pregevole, elevando di tono il pezzo. L’idea complessiva è di un ambizioso lavoro in sede esecutiva, costruendo “frasi” melodiche. La conclusiva “What about” concentra nuovamente l’attenzione dell’ascoltatore su un riffing stoppato sostenuto da una batteria che, se prima è impostata su ritmiche quasi ermetiche, poi si fa più dinamica permettendo alle chitarre di sviluppare il tema fondamentale del pezzo in maniera più incisiva. Il pezzo, rispetto ai precedenti è maggiormente articolato e curato per quanto riguarda l’aspetto puramente strumentale: un bell’assolo di tastiere precede di poco un lavoro di intrecci chitarristici, in fase solista soprattutto, decisamente pregevole, donando tonicità al tutto.
Tre sole traccie sono troppo poche, evidentemente, per giudicare l’effettivo valore artistico di una band. I Vox tempus, poi, a parere del sottoscritto, soffrono un debito troppo marcatamente evidente nei confronti di band come dream Theater o i fates Warning. Certo, creare “novità” in un panorama come quello prog metal quasi completamente “schiacciato” su queste bands è impresa ardua, ma almeno quello che mi consola e mi fa ben sperare è la qualità strumentistica dei musicisti di questo gruppo. Attendiamo, quindi, il debut album per capire meglio e più approfonditamente quale potrà essere il futuro di questo progetto.
Tracklist:
1) For every life
2) Revelation
3) What about
Line Up:
Dan Reed (Millennium, Equinox) – Vocals
Ray Mantor (Equinox) – Guitars
Eric Ragno (Takara, Equinox) – Keyboards
Jim Turba (Equinox) – Bass
Gregg Bissonette (David Lee Roth, Joe satriani) – Drums