Recensione: Waiting For The Power – The Early Years

Di Stefano Ricetti - 6 Gennaio 2025 - 0:30
Waiting For The Power – The Early Years
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In una nazione sciovinista come la Francia alla fine degli anni Settanta e all’inizio degli anni Ottanta uscire con un disco heavy metal per di più cantato in inglese costituiva autentico sacrilegio, esagerando un po’. H-Bomb, Vulcain, Attentat Rock, Satan Jokers, Demon Eyes e ADX, da buoni patrioti avevano optato per l’idioma nazionale mentre i Sortilège, in modalità cerchiobottista, si erano orientati per la doppia pubblicazione bilingue. Fermi sulle loro posizioni i capostipiti Trust degli inizi, strettamente legati al francese, con la sola eccezione di Repression. Poi le cose cambiarono un po’ per tutti ma in quel momento la situazione generalmente era quella sopracitata.

I Nightmare se ne strafregarono delle convenzioni e fra l’84 e l’85 licenziarono sul mercato due ellepì con il cantato in lingua d’Albione: Waiting For The Twilight e Power Of The Universe. Se si esclude la loro ristampa in cd operata dalla Brennus nel 1999 sino a poche settimane fa non vi era possibilità di recuperare i due lavori, se non nella loro forma originale. A colmare la lacuna ci ha pensato la Dissonance Productions, sussidiaria della Cherry Red Records che da poco ha reso disponibile Waiting For The Power – The Early Years, un box set contenente tre cd che rispolverano gli inizi del gruppo di stanza a Grenoble.

Waiting For The Twilight e Power Of The Universe, entrambi usciti all’epoca sotto la Ebony Records con delle copertine non propriamente clamorose – eufemismo – vengono qui integralmente riproposti con l’aggiunta di quattro bonus track in lingua francese per il primo e sei tracce live il secondo. Il terzo dischetto ottico, intitolato Rare and Unreleased, contiene materiale risalente ai primordi comprensivo di canzoni inedite.

Ad accompagnare il tutto, dentro un cartonato a quattro ante, un succoso booklet di sedici pagine con l’intera e approfondita storia dei Nightmare narrata in lingua inglese da Oliver “Zoltar” Badin corroborata da interviste e da molte foto, flyer, ritagli di giornali. Insomma la tipica abbuffata di memorabilia che ci si attende in casi come questi, afferenti prodotti confezionati come si deve.

Sottolineato che i Nightmare esistono ancora oggi e che da un po’ di tempo a questa parte si sono convertiti al Power Metal – Encrypted è la loro ultima fatica, risalente al giugno di quest’anno – dei vecchi metallari degli inizi è rimasto il solo, inossidabile, Yves Campion, bassista.

Tornando al prodotto oggetto della recensione, Waiting For The Twilight fa la parte del leone. I Nightmare declinano lungo otto canzoni il loro amore sviscerato per le trame Nwobhm legate al Metallo Classico, in maniera spudorata, scomodando un po’ tutti i cliché dei loro colleghi d’oltremanica tanto che il disco si può tranquillamente definire come un best of delle sonorità inglesi di quel periodo in salsa francese, a eccezione della lingua utilizzata, ribadisco. Il primo full length dei Nightmare colpisce nel segno grazie alla fedele aderenza a stilemi consolidati nonostante in quel momento la band disponesse di un cantante come Christophe Houpert, tutt’altro che un fenomeno ma assolutamente funzionale al suono dei transalpini. Decisamente migliori le tracce british rispetto alle french equivalenti, messe come bonus.

Completamente diversa la valutazione di Power Of The Universe, nel quale il ruolo dietro al microfono viene affidato a Jean Marie “Apollon” Boix, purtroppo mancato nel 1999, un urlatore in prevalenza incompatibile con il tiro dei Nightmare, tanto che il loro secondo album non si può certo annoverare fra i più focalizzati della storia. Interessanti viceversa, le varie bonus presenti, catturate dal vivo nella loro città, Grenoble, il 22 febbraio del 1985. Il terzo dischetto ottico, Rare and Unreleased, si incanala nelle usuali situazioni “a testimonianza…”, nulla di più e nulla di meno.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

 

 

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