Recensione: Waking Into Nightmares

Di Luca Trifilio - 9 Ottobre 2009 - 0:00
Waking Into Nightmares
Band: Warbringer
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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80

L’ondata di revival thrash, incentivata principalmente dalla Earache, sta ormai prendendo definitivamente piede, ed ecco quindi iniziare a spuntare i comeback discografici di gruppi emergenti che cercano di farsi spazio in un mercato che già si sta facendo affollato, ma che non ha ancora stabilito quali siano i veri leader, le guide di questo filone nascente. La battaglia è appena iniziata e già nei mesi a venire ne vedremo delle belle, ma adesso il turno degli americani Warbringer, che a poco più di un anno di distanza dal buon debutto War Without End ed in seguito a dieci intensi mesi di tour, danno alle stampe un nuovo album, ancora una volta sotto l’ala lunga della Century Media.

Le prime novità riguardano i cambi di line-up, che ha visto la defezione dell’intera sezione ritmica: via il batterista Ryan Bates e dentro Nic Ritter, via il bassista Andy Laux, fratello dell’axeman John, che per impegni scolastici lascia il posto a Ben Bennett. Inoltre, la produzione del nuovo album è affidata nientemeno che a Gary Holt, chitarrista e mente degli Exodus, che incide notevolmente sulla scelta dei suoni: infatti, durante l’ascolto del disco, è inevitabile che la mente corra proprio alle produzioni recenti della band californiana per la tipologia di sound proposto, pulito e potente. Ogni strumento è messo in evidenza, a partire dal basso, spesso bistrattato, per proseguire con la batteria e le affilate chitarre, senza dimenticare anche le parti vocali, maggiormente in risalto rispetto al debutto.

Scritto nel giro di due mesi in seguito a quasi un anno di intensa attività live, Waking Into Nightmares mostra immediatamente le sue armi e qualità sin dai primi secondi, vale a dire da quando John Kevill dà il via alle danze e il resto della band spara un proiettile micidiale che risponde al nome di Jackal, un’opener assassina caratterizzata da ottime variazioni sia a livello di riffing sia a livello ritmico. Le coordinate stilistiche sono fondamentalmente le stesse di War Without End, ma risulta subito evidente una certa crescita dal punto di vista del songwriting ed una maggiore abilità strumentale, frutto dell’esperienza on stage maturata nell’anno trascorso. La freschezza che pervade l’album è anche merito di una certa varietà stilistica, perchè se è vero che pezzi come Living In A Whirlwind, Severed Reality (di cui è stato girato un video) e le due conclusive Senseless Life e Forgotten Dead rimandano a certo thrash piuttosto canonico, è altrettanto vero che Scorched Earth – col suo attacco di megadethiana memoria – Abandoned By Time (un carro armato che travolge e massacra) e l’oscura Shadow From The Tomb offrono quel qualcosa in più a un disco che altrimenti avrebbe corso il rischio di ripetere troppo spesso le medesime soluzioni. Ed ecco invece che questi giovanissimi ragazzi di Newbury Park (California) inseriscono una traccia strumentale, Nightmare Anatomy, che sorprende: dopo una parte iniziale lenta ed arpeggiata, in grado di far tornare alla mente alcune atmosfere care ai Testament, assume i toni di un brano shoegaze, sebbene possa risultare quanto di più lontano dal thrash metal si possa immaginare.

Volendo inquadrare la proposta musicale dei Warbringer citando le principali influenze e somiglianze, si potrebbero nominare alcuni dei gruppi storici della Bay Area, a partire proprio dagli Exodus di Gary Holt per talune soluzioni ritmiche, ma la potenza sonora e il cantato duro e graffiato rimandano maggiormente ai Demolition Hammer di Epidemic Of Violence, vero riferimento da considerare per descrivere il sound dei nostri. Cosa si può chiedere ad un disco thrash metal? Potenza, impatto, ritmiche incalzanti, riff taglienti ed assassini, rabbia ed una immancabile componente di divertimento sfrenato. Senza contare un minimo di varietà stilistica per evitare di incappare in un disco tutto uguale che rischia unicamente di annoiare alla quarta traccia. Tra tutti questi elementi, i Warbringer riescono a centrarne in pieno alcuni ed a sfiorarne altri: le idee ci sono e sono tante, il songwriting è maturato rispetto al debutto ma può ancora migliorare, gli assoli sono buoni ma non ispiratissimi. Insomma, le prospettive sono rosee, tanto da far pensare che dietro l’angolo la band possa davvero sfornare un capolavoro, ma anche pensando al presente, non si può non premiare un disco ben suonato, ben prodotto e contenente canzoni ben costruite, con la pressoché totale assenza di filler, eccezion fatta per le due scialbe tracce conclusive. La battaglia per il trono sta per entrare nel vivo, ed i Warbringer assestano una decisa spallata a buona parte della concorrenza. Ci sarà da divertirsi.

Luca ‘Nattefrost’ Trifilio

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Tracklist:
01 Jackal
02 Living In A Whirlwind
03 Severed Reality
04 Scorched Earth
05 Abandoned By Time
06 Prey For Death
07 Nightmare Anatomy
08 Shadow From The Tomb
09 Senseless Life
10 Forgotten Dead

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