Recensione: Waking Up The Neighbours

Di Stefano Burini - 18 Marzo 2012 - 0:00
Waking Up The Neighbours
Band: Bryan Adams
Etichetta:
Genere:
Anno: 1991
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
90

È sufficiente pronunciare il nome di Bryan Adams ed in un batter di ciglia ecco che riecheggiano nelle nostre menti le innumerevoli hits che dalla metà degli anni 80 fino a primi anni del decennio seguente hanno fatto registrare milioni e milioni di vendite in tutto il mondo. Forse, al contrario, non tutti sanno che a fianco delle immortali “Run To You”, “Summer Of ’69” e ad uno stuolo di ballate con l’andare del tempo sempre più soft e talvolta ammanierate, da “Please Forgive Me” giù giù fino ai giorni nostri, il rocker canadese può vantare anche una serie di canzoni dal piglio inaspettatamente hard/AOR, disseminate perlopiù nei primi sei dischi della sua lunga carriera e troppo spesso messe in ombra da brani semplicemente più famosi.

Dopo il parzialmente riuscito tentativo di evoluzione del sound operato con “Into The Fire”, in cui a fianco di vere e proprie perle come “Heat Of The Night”, “Victim Of love” e “Native Son”, si potevano tuttavia rintracciare anche alcuni riempitivi di qualità decisamente inferiore, Bryan Adams decide di gettarsi a capofitto nella realizzazione di quello che negli intenti doveva essere il suo lavoro più maturo e ambizioso.

L’idea, come specificato in varie occasioni , ai tempi, da parte di Bryan era quella di creare un qualcosa di “definitivo”, che riuscisse nell’ardua impresa di conservare l’impatto dei suoi grandi classici, pur andando nella direzione di un songwriting maggiormente articolato e di arrangiamenti sempre più raffinati. Obiettivo centrato, a posteriori con “Waking Up The Neighbours”: ben quindici canzoni in scaletta, tutte a livelli altissimi, con il traino della superballad “(Everything I Do) I Do It For You”, scritta per la colonna sonora del “Robin Hood” di Kevin Costner, e il tutto affidandosi alla mano esperta di un produttore di grido, nientemento che Robert John “Mutt” Lange, l’uomo-chiave che si celava dietro ai più grandi successi di band come Ac/Dc e Def Leppard.

Fin dalle prime note di “Is Your Mama Gonna Miss Ya?” si capisce che l’atmosfera è quella giusta: suoni, cori, melodie e la splendida e rude voce di Bryan Adams, tutto praticamente perfetto, difficile chiedere di più ad una AOR song. Almeno fino a quando non attacca l’irresistibile “Can’t Stop This Thing We Started”, la quale batte ai punti la ragguardevole opener grazie al suo mood allegro e danzereccio, tipico delle migliori composizioni cui Lange ha messo penna dagli anni 70 ad oggi.

Tra le due si insinua l’hard ‘n’ roll sbarazzino di “Hey Honey – I’m Packin’ You In!”, chitarre in evidenza, refrain travolgente, alla maniera della grande “Kids Wanna Rock”, e ampio respiro melodico. La successiva “Thought I’d Died And Gone To Heaven” è complessivamente meno solare, il battito è cadenzato e Adams tira fuori il meglio dalle sue corde vocali al servizio di una canzone in cui la parte del leone la fanno arrangiamenti a base di tastiere e cori avvolgenti di una grandeur difficile da descrivere a parole.

Ottima riuscita anche per il terzetto composto da “Not Guilty”, “Vanishing” e “House Arrest”, la prima e la terza sempre a mezza via tra hard, AOR e pop, con un marcato retrogusto rockabilly come da classico Adams – trademark, la seconda, viceversa, una power ballad di livello stratosferico, imperniata su tastiere, melodie da mille e una notte e due tra i migliori assolo in scaletta.

“Do I Have To Say A Word” è più mesta e romantica, Bryan sussurra con il consueto savoir faire e l’ennesimo tema portante da brividi fa il resto, con un finale lasciato al chitarrismo delicato e in punta di piedi del mai troppo lodato Keith Scott. Si rialza, viceversa, il ritmo con “There Will Never Be Another Night”, tosta, energica e straripante come un fiume in piena, mentre in “All I Want Is You” lo spettro dei Leppard più patinati, periodo “Hysteria”, mostra in maniera ancor più marcata di quanto sentito finora l’influenza sul già notevolissimo bagaglio del rocker di Kingston. Senza troppi giri di parole, un’altra canzone che convince da qualsiasi lato la si ascolti.

“Depend On Me” è una classicissima ballad in pieno Adams-style: melodie zuccherine, vocalismo ruvido e suadente e arrangiamento luccicante, il rischio di eccedere con il tasso glicemico è dietro l’angolo, ma Bryan maneggia la materia con il piglio del veterano, stando ben attento a non valicare mai la linea di confine e il risultato è sempre di alto livello.

Con la traccia n. 12 arriviamo alla celebratissima “(Everything I Do) I Do It For You”, un successo radiofonico in grado di stare in testa alle charts britanniche per qualcosa come sedici settimane, un record tuttora imbattuto. La canzone, con tanto di videoclip diretto dal regista inglese Julien Temple, sfonda senza troppe remore la barriera del pop da classifica, come successivamente diverrà abitudine per Bryan Adams, guadagnandosi per questo le critiche e gli sberleffi dell’uditorio più intransigente; difficile, tuttavia, negarne la soave bellezza.

“If You Wanna Leave Me (Can I Come Too?)” ha un riff sinuoso, sculettante, un refrain che non fa prigionieri e un assolo tagliente e decisamente hard oriented. “Touch The Hand” è spettacolare e anthemica come non ci si aspetta, mentre conclude in pompa magna “Don’t Drop That Bomb On Me”, più leppardiana che mai, con hooklines da infarto e un guitar work semplicemente perfetto, a testimonianza della qualità assoluta di un lavoro del tutto privo di cedimenti.

Se Bryan Adams intendeva, con “Waking Up The Neighbours”, dare alla luce il suo capolavoro, non c’è che dire, missione compiuta: lo dicono le canzoni, lo dicono i 16 milioni di copie vendute, e lo dice soprattutto la malinconia che di certo assale ogni appassionato di rock melodico nel realizzare, mentre scorrono le ultime note di “Don’t Drop That Bomb On Me”, che album come questi si vorrebbe non finissero mai.

Discutine sul forum nella sezione Hard Rock / Aor!

Line up:

Bryan Adams – Voce, chitarra ritmica
Keith Scott – Chitarra solista
Tommy Mandel – Hammond
Dave Taylor – Basso
Mickey Curry – Batteria

Tracklist:

01 Is Your Mama Gonna Miss Ya?
02 Hey Honey -I’m Packin’ You In!
03 Can’t Stop This Thing We Started
04 Thought I’d Died And Gone To Heaven
05 Not Guilty
06 Vanishing
07 House Arrest
08 Do I Have To Say The Words
09  There Will Never Be Another Tonight
10 All I Want Is You
11 Depend On Me
12 (EveryThing I Do) I Do It For You
13 If You Wanna Leave Me (Can I Come Too?)
14 Touch The Hand
15 Don’t Drop That Bomb On me

 

Ultimi album di Bryan Adams

Band: Bryan Adams
Genere:
Anno: 1987
77
Band: Bryan Adams
Genere:
Anno: 1984
85