Recensione: War Culture

Di Andrea Bacigalupo - 19 Settembre 2021 - 8:30
War Culture
Etichetta: Petrichor
Genere: Hardcore  Thrash 
Anno: 2021
Nazione:
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75

Gran botta questo ‘War Culture’; i Perfect World, band appartenente alla NYHC, la scena Hardcore di New York, sono veramente incazzati e lo dimostrano attraverso un sound granitico e furibondo, composto dall’equivalente di una valanga di macigni che, rotolando sempre più velocemente dal fianco acclive di una montagna, travolgono qualsiasi cosa senza possibilità di essere fermati.

Parliamo di dodici canzoni più intro (il cui titolo ‘Quarantine’ dà il giusto tocco di contemporaneità) composte da riff densi, duri e pesanti, con una buona dose di Slayer Influence dentro e cantate da una voce dura ed aggressiva che urla tutta la sua rabbia senza mai cedere o calare d’intensità.

Il songwriting è essenziale e senza compromessi; i Perfect World non escono mai dai loro binari e non provano nulla che non vada nella direzione prefissata. In tutto l’album solo la traccia ‘King of the Night’ ha un brevissimo e sclerotico assolo, tutti le altre sono un insieme compatto e denso di ritmica Thrash ed Hardcore serrata e massiccia, veloce e tagliente, con un ottimo lavoro di basso e batteria e parti mosh che sfiancano. Nonostante questo tutti gli spartiti hanno una struttura tutt’altro che minimale, anzi, i brani tendono a sviluppare sempre più energia man mano che evolvono.

War Culture’ è lotta ribelle contro il sistema e s’identifica con chi non vuole stare al gioco e non si arrende.

E’ il percorrere una strada buia percependone i pericoli.

C’è chi lo ha definito duro come le strade di New York del film ‘The Warriors’ (I Guerrieri della Notte – 1979), io direi che è ben di più, essendo proiettato nella realtà caotica del mondo moderno. Assolutamente da non perdere.

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