Recensione: War Hearts

Di Luca Montini - 22 Ottobre 2024 - 0:10
War Hearts
Band: Frozen Crown
Etichetta: Napalm Records
Genere: Power 
Anno: 2024
Nazione:
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78

Quinto album per i Frozen Crown in appena sette anni di attività, prima release per l’etichetta austriaca Napalm Records: “War Hearts” segna un traguardo indubbiamente significativo per la carriera della band, metaforicamente promossa in Champions League del power metal. Un risultato maturato anche con un’intensa attività live; all’uscita del disco il gruppo è già in tour in giro per l’Europa con Kamelot, Ad Infinitum e Blackbriar. Nuova label ma anche nuova lineup: si segnala infatti l’ingresso di di Alessia Lanzone, giovanissimo talento della sei corde, classe 2006, che porta maggiori possibilità espressive con ben tre chitarre gestibili tra lead armonizzate e ritmiche, assieme a Fabiola “Sheena” Bellomo e al mastermind, polistrumentista e cantante Federico Mondelli, che proprio in occasione della release di “War Hearts” ha rilasciato un’interessante intervista su Truemetal.it.

Veniamo alla musica. “War Hearts” è un disco bilanciato, organico e coeso, ben composto e ben prodotto, che lascia trascorrere i suoi quarantatré minuti scarsi nel tempo di un piacevole respiro. Lo stile compositivo è molto omogeneo, segno della maturità della band: le chitarre suonano taglienti e precise, sia nei solos che possono ricordare Angra e DragonForce, ma anche le armonizzate dei Maiden; nelle ritmiche serrate che rimandano ai Children of Bodom, anche grazie all’ottimo lavoro alla batteria di Niso Tomasini, irrefrenabile dietro le pelli, ed al basso martellante di Francesco Zof. A narrare le vicende la voce e il carisma di Giada “Jade” Etro, inconfondibile marchio di fabbrica della band.

Si susseguono così brani power arrembanti performati ad altissime velocità, alle quali la band ci ha abituato in questi anni, come la tiratissima titletrack “War Hearts”, forte di un refrain che si stampa subito in testa, il singolone “Steel and Gold”, o la ancor più diretta “Night of the Wolf”, così come la vampiresca “Bloodlines”. In questa corsa frenetica tra solos al fulmicotone e ritornelli anthemici, forse i brani che riescono ad emergere maggiormente, paradossalmente, sono gli ultimi due (escludendo l’interludio “King of the Sky”): “I Am the Wind”, terzo singolo estratto dal platter, vira verso un mid-tempo riuscito, in cui Federico si impossessa del microfono nel ritornello, impersonando un personaggio (e relativa maschera, nel videoclip) caro ai fan: the tyrant. Ottimo anche l’ultimo brano, “Ice Dragon”, in cui la band si prende più spazio, con i suoi sette minuti che consentono cambi di tempo e sezioni acustiche da ballata, cori e quant’altro possa elevare un brano power metal a suite vera e propria, come i maestri del genere insegnano. Riuscitissima e sentita, a mio parere la vetta più alta toccata dall’album.

Il limite di “War Hearts” è un po’ l’altra faccia della medaglia di quanto sopra esposto: un disco bilanciato ed equilibrato sovente manca di sussulti, di momenti veramente sorprendenti, della ruvidità che, anche con qualche ingenuità tipica dei primi lavori, conferisce carattere e personalità. Penso ad esempio gli inserti death degli esordi con cantato growl. I brani così armed and dressed to fight, cesellati, livellati, molto simili per struttura (strofa, ritornello, strofa, ritornello, assolo, ritornello), durata (quattro minuti) e complessità, pur essendo evidentemente un risultato voluto e cercato attentamente dalla band in fase di songwriting, lasciano l’ascoltatore sorpreso solo negli ultimi passaggi del disco tra un mid-tempo e una suite, dopo averlo accomodato a suon di singoli ammiccanti e assoli impeccabili a velocità costante.

War Hearts” dei Frozen Crown è il manifesto di una band in rapida ascesa, capace di una scrittura di alto livello e di un’esecuzione a coefficienti ancora più elevati: il disco giusto da promuovere per un gruppo con prospettive sempre più internazionali e con un sound maturo e ben definito. Manca forse un pizzico di follia, quel coraggio di osare che conduce gli eroi in battaglia. Per il resto, gli ingredienti ci sono tutti e la band ne è consapevole: “War Hearts” è un disco epico, velocissimo e diretto, senza un momento fuori posto, in grado di esaltare le doti vocali di Giada, il guitar work elaborato a tre chitarre e le ritmiche serrate di questi sei giovani “cuori di guerra”.

Tell me what you dreamed
Time to make it real
Angels will give us might
In the darkest night
Armed and dressed to fight
War Hearts ready to strike

Luca “Montsteen” Montini

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