Recensione: War of the Jewels
Nella mitologia di Tolkien, il mondo fu creato da una musica celestiale. Nel racconto cosmogonico descritto nella prima parte del Silmarillion, Eru Ilúvatar dapprima creò gli Ainur, le divinità del mondo di Arda, dopodiché chiese loro di cantare. In un primo momento, questi cantavano singolarmente o in pochi alla volta entrando lentamente in sintonia tra loro. Ilùvatar li convocò allora tutti assieme e gli propose un tema musicale molto potente, e questi iniziarono a suonare e cantare una Grande Musica, l’Ainulindalë.
Come le entità fantastiche dell’universo tolkieniano dalle quali traggono ispirazione, gli Ainur sono una prog rock orchestra italiana composta da 13 elementi, tra le realtà più importanti a livello mondiale ispirate dai testi del maestro di Oxford, che traducono in musica con grande passione e dedizione da oltre quindici anni.
“War of the Jewels” è il quinto lavoro della discografia degli Ainur ed esce ad otto anni di distanza dal predecessore. Il disco è finanziato in parte grazie ad una campagna di crowdfunding su Eppela nel 2019 ed esce tramite Rockshots Records. Tema portante sono le battaglie avvenute durante la Prima Era, migliaia di anni prima degli eventi narrati ne Lo Hobbit e nella trilogia de Il Signore degli Anelli. Teatro degli scontri fu principalmente il Beleriand, una regione nord-occidentale della Terra di Mezzo. La “Guerra dei Gioielli” fu un secolare conflitto che vide contrapporsi le forze dell’Oscuro Signore Morgoth (e del suo fedele servitore Sauron) contro gli eserciti degli Elfi e degli Uomini per il possesso dei Silmaril, creati dall’artigiano Noldor Fëanor.
Pur senza abbandonare le atmosfere fiabesche del mondo di Arda, la proposta musicale degli Ainur evolve in questo disco spingendo ulteriormente verso il comparto più rock ed aggressivo, considerati anche i temi trattati di epici scontri e grandi battaglie. Lo stile resta un prog rock ispirato dai grandi maestri delle ultime tre decadi del secolo scorso, impreziosito dalla presenza di una pluralità di voci ad interpretare i personaggi coinvolti nelle vicende. Tra gli ospiti d’eccezione che compaiono in alcuni brani del lotto, lo storico illustratore Ted Nasmith come voce narrante, Roberto Tiranti (Labyrinth) nel ruolo dell’elfo Fëanor ed il tastierista statunitense Derek Sherinian.
Il disco è un lavoro complesso che ha richiesto molti anni per essere composto ed arrangiato, ricco di sfumature e di atmosfere cangianti, con passaggi più serrati come nella cavalcata progressive “Wars of Beleriand”, o momenti più distesi come la notevole power-ballad “Apocalypse”. Tra i brani più rappresentativi, “Spirit of Fire” col già citato Roberto Tiranti al microfono, la corale “Kinslaying (the first)” che incede in un crescendo di cori sempre più avvolgente e la suite barocca “The Great Battle (Or the War of Wrath)” con l’intervento dei Valar nella Terra di Mezzo, che nei suoi dodici minuti riassume tutte le potenzialità di questa imponente rock orchestra. Ad una buona performance strumentale ed un notevole gusto compositivo che permea il disco degli Ainur si affianca una produzione un po’ altalenante che evidenzia i suoi limiti in particolare nel missaggio delle parti cantate, che riduce l’accessibilità ed il potenziale target di ascoltatori di un lavoro per il resto lodevole e che saprà farsi largo tra le schiere dei tolkieniani.
Incentrato sulle grandi battaglie della Prima Era narrate nel Silmarillion, “War of the Jewels” degli Ainur è un disco che emana tutta la passione dei nostri per l’universo creato da J.R.R. Tolkien. Un viaggio nella terra di mezzo tra Valar, Elfi, e Uomini per la conquista della luce dei Silmaril contro l’Oscuro Signore Morgoth.
Luca “Montsteen” Montini