Recensione: Warface
Groove metal. Etichetta creata all’inizio degli anni Novanta per indicare quel particolare modo di suonare thrash introdotto da band quali Exhorder, Pantera e Machine Head (per quanto riguarda questi ultimi, stiamo parlando in particolare dei primi due album). Di fatto, il groove metal si differenzia dal classico thrash per un rallentamento dei ritmi, in favore di una maggiore aggressività musicale e l’inserimento, come deducibile dal nome, di numerosi groove di batteria. Per alcuni un semplice sottogenere, come possono esserlo il brutal death o il tecnhical thrash, per altri un genere vero e proprio, ben distinto dagli altri e con caratteristiche specifiche. Questo per dirvi che, sebbene là sopra ci sia scritto thrash, quest’album ha ben poco da spartire con i lavori di band quali Slayer, Exodus o affini. Alcuni potrebbero inoltre essere tratti in inganno dal fatto che dietro le pelli troviamo Antton Lant, batterista dai celebri trascorsi nei Venom, e sempre dedito, nel corso della sua carriera, a progetti di stampo old school.
Dei gruppi citati prima, quello da cui i Def-Con-One traggono senza dubbio maggiore ispirazione sono i Pantera: una delle prove evidenti ne è la voce. Infatti, spesso Dave Meikle fa il verso a Phil Anselmo, sia quello degli anni novanta sia quello di oggi, che milita nei Down, altra band ispiratrice del quintetto britannico, che afferma di avere uno spettro d’influenze che va dal rock al metal odierno, passando per il punk. Uno dei punti di forza, e contemporaneamente di debolezza dell’album, è l’incisività: le canzoni vanno dritte al nocciolo senza perdersi in divagazioni. Questo rende la proposta musicale di facile assimilazione, permettendo così all’ascoltatore di apprezzare immediatamente l’album. Sulla lunga distanza però, quello che inizialmente è un pregio rischia di diventare un difetto: essendo tutti pezzi molto diretti, questo non è un album di cui troviamo nuovi sviluppi a ogni ascolto. Questo difetto è ottemperato da alcuni brani di ottima fattura: la title-track e “My Halo”, entrambe dotate di un efficacissimo quanto potente coro nel ritornello; “10 Bullets”, che vanta un riff portante di grande effetto, tanto che ascoltandolo è difficile tenere ferma la testa; “Feeling Cold”, una sorta di ballata che mette in mostra la grande capacità del frontman a cantare in pulito, di cui si potrebbe dubitare poiché durante il resto dell’album predilige vocals al vetriolo, regalandoci comunque sempre un’ottima prestazione.
Forse con un paio di brani in meno l’opera sarebbe più appetibile: si potrebbero citare “Hit List”, oppure la conclusiva “Give Me Strenght ‘6&6′”, che abbassano leggermente il livello medio dell’album, vuoi perché non hanno nulla in più da dire di quanto non si sia già sentito, vuoi perché il minutaggio complessivo è stato alzato tanto che il gioco non vale la candela.
Trovandosi di fronte ad una proposta di questo tipo, potrebbero sorgere dei dubbi, ad esempio che la band si distacchi eccessivamente dal genere di partenza, il classico thrash metal, per atterrare su lidi che con il Metal stesso hanno poco a che fare, o che difetti di qualità e originalità. Insomma, che l’album in questione finisca per apparire scontato e banale, come troppo spesso accade in questi casi. Fortunatamente, complice anche la presenza di un musicista di grande esperienza, questo Warface, full-length dei Def-Con-One, è un lavoro onesto, che probabilmente farà storcere il naso ai puristi, o a chi semplicemente non è attratto da questo tipo di sonorità, ma con la mente priva di pregiudizi di sorta troverete senza dubbio un buon album, non privo di difetti, ma che presenta una band la quale in futuro potrà riservarci gradite sorprese.
Alberto “80’s Thrasher” Franco
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Tracce:
1. Never Look Back
2. March of the Dead
3. Warface
4. Hold On
5. Blood
6. Stepped in Pain
7. 10 Bullets
8. Feeling Cold
9. My Halo
10. Hit List
11. In Death
12. Give Me Strenght “6&6”
Durata 54 min. ca.
Formazione:
Dave Meikle – Voce
John Hunter – Chitarra
Steve Miller – Basso
Antony Lant – Batteria