Recensione: Warnaments

Di Stefano Risso - 21 Giugno 2006 - 0:00
Warnaments
Band: Torchbearer
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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65

Nuovo disco, nuova label ma stesso risultato per gli svedesi Torchbearer.
I nostri tornano a due anni di distanza dal debut album Yersinia Pestis,
riproponendo a grandi linee la stessa commistione di death/thrash infarcita di
qualche spunto black metal (qui decisamente ridotti) e riconfermando il giudizio
che la precedente uscita poteva suscitare negli ascoltatori.

Ovvero una band, formata da vari esponenti della scena estrema svedese, che
si prodiga in una musica ben suonata, ben prodotta, sufficientemente potente e
varia ma che lascia intravedere una piattezza di fondo a cui i nostri non
sembrano proprio voler ovviare. Dal punto di vista strettamente musicale,
Warnaments
è un disco piacevole che unisce la parte più violenta e allo
stesso tempo melodica del death metal di matrice svedese, insieme a trascinanti
cavalcate thrash metal, e rari sconfinamenti black in un insieme che
obiettivamente si lascia ascoltare senza difficoltà. Brani tutti belli tirati,
con i soliti ma efficaci motivi nord europei messi lì in bella mostra, che non
solo si snodano velocemente durante la mezz’oretta del disco, ma si fanno notare
anche per una buona vena epica/melodica che ben si sposa con il concept del
disco, ovvero una battaglia navale avvenuta durante la seconda guerra mondiale.

Credo che non sia quasi necessario dire che di dischi come Warnaments
ce ne sono a bizzeffe nel mercato metal odierno, tutti più o meno destinati a un
destino comune, l’oblio. Sì perchè sfido chiunque a riascoltare questo album,
dopo il poco tempo impiegato per inquadrarlo e comprenderlo, con la voglia di
andare a scoprire qualche passaggio difficile che potrebbe riservare belle
sorprese con un’analisi più accurata. Warnaments dura solo il
tempo di qualche ascolto, in cui però sarebbe ingiusto non sottolineare i buoni
spunti proposti, che seppur canonici e standardizzati, al momento fanno sempre
un buon effetto, come l’opener epicheggiante Dark Clouds Gathering, le
robuste Last Line Of Defence e Sealer Of Fates, o la “teatrale”
Burial Waters, Deepsome Graves
, inaugurata da un bella melodia che si
rivelerà poi il filo conduttore di una traccia che si eleva rispetto alle altre
per la capacità di variare maggiormente lo schema compositivo.

Warnaments è dunque il classico lavoro discreto ma non
trascendentale, professionale sotto tutti i punti di vista ma musicalmente
piatto, suonato bene ma fin troppo manieristico. Una sufficienza comunque
meritata.

Stefano Risso

Tracklist:

  1. Dark Clouds Gathering
  2. Last Line Of Defence
  3. Burial Waters, Deepsome Graves
  4. Swift Turns Of War
  5. The Stale Drownings
  6. Battlespawn
  7. Where Night Is Total
  8. Sealer Of Fates
  9. The Blunt Weapon

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