Recensione: Warriors Of The Night
Gli X-Caliber furono indubbiamente uno degli act più sconosciuti che l’intera scena US metal riuscì a partorire nei fulgidi anni 80. La band proveniente dall’Ohio riuscì, nel 1986, a dare alla luce un incredibile quanto irreperibile debut album intitolato “Warriors Of The Night”. La cosa certa è questa: gli X-Caliber riuscirono a sottrarre i segreti dell’Epic Metal ai titani della musica per forgiare un disco degno di questo stile musicale. Il sound della band abbracciava, come già accennato, uno stile di Epic Metal melodico e romantico, una sorta di incredibile incrocio tra le melodie firmate Medieval Steel, Warlord, primissimi Virgin Steele ed i (tutt’altro che romantici) Heavy Load fino ad arrivare agli Scorpions più cromati e metallici degli anni 80.
Warriors of The Night era inaugurato dalla splendida e trascinante (nonchè classy) Runaway, che, grazie ad una costruzione strumentale davvero coinvolgente nonchè supportata dall’incredibile voce di Denegan, riusciva a farci capire di che pasta era fatto il gruppo, una pasta fatta di un Heavy Metal trascinante, suonato con passione, composto da riff travolgenti e granitici allo stesso tempo. Gli X-Caliber sapevano anche cosa volesse dire comporre canzoni cupe ed incisive. Ne è una prova l’epicità struggente della title track Warriors of the Night, song scandita da una tetra voce narrante addirittura intenta a ripercorrere tristi memorie di eroiche gesta perse nel tempo. La song fu un’altra indiscutibile prova della maestria compositiva del gruppo. Un malinconico arpeggio introduceva la seguente The Sword, la canzone era lì a testimoniare che gli X-Caliber avevano capito come forgiare autentico Epic Metal ed avevano trovato e fatto propri i veri segreti dell’acciaio. La song, grazie al mitico andamento alla “Medieval Steel” e grazie ad un refrain epico, malinconico e solenne, rimarrà per sempre eterna testimonianza degli eroici intenti musicali della band.
La stupenda Tell me Why si spingeva su traiettorie melodiche più consone ad un travolgente e romantico heavy sound, mentre con la più ossianica Rock’s Alive gli X-Caliber si cimentavano in un tipico US Heavy Metal veloce diretto e granitico. Ma i nostri si facevano anche portatori di un raffinatissimo e cromato hard’n’heavy (quasi di matrice Stryper!) nella seguente Don’t Say Goodbye, song che si snodava su riff semplici, eleganti e travolgenti accompagnati dall’ottimo drumming di Lee Poland, drumming sul quale si adagiava calda la voce di Denegan. Con la seguente Told You Not To Run si faceva il verso agli Heavy Load dei tempi migliori grazie ad un brano addirittura ultra cadenzato (!) nonchè scandito dal cupo muro di riff messo in piedi dall’accoppiata di axeman Coulrad/Yedlick. La bella ballata conclusiva Someday poneva fine ad un platter cui la storia musicale non ha mai dato il benchè minimo riconoscimento. La sorte non è stata affatto clemente con gli X-Caliber, band dalle potenzialità davvero incredibili. Oggigiorno ci resta tuttavia tra le mani questa loro unica testimonianza, giusto a ricordare che nel variopinto e splendido firmamento dell’Epic Metal la loro stella, sebbene piccola, fu tra le più brillanti. “Warriors of The Night” ragazzi, sul resto può anche calare il sipario.
Vincenzo Ferrara