Recensione: Watching The World

Di Lorenzo Gestri - 19 Agosto 2010 - 0:00
Watching The World
Band: Cannata
Etichetta:
Genere:
Anno: 1993
Nazione:
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90

Dice Marco Masini in uno dei suoi brani più celebri: “La musica è una fossa di serpenti e, per uno che ci arriva, quanti sono i fallimenti!”.
Quella del musicista è una carriera delicata, soggetta a drastici cambiamenti che non a caso influenzano il destino di un gruppo sin nelle vicende personali; creare quindi una sorta di stabilità, una “formula magica” che assicuri il successo diventa spesso e volentieri una meta ambita.
Questo non è il caso del polistrumentista italoamericano Jeff Cannata, vero e proprio ricercatore con l’occhio -anzi, l’orecchio- sempre puntato verso il mondo della musica.

Sebbene sia stato batterista e fondatore dei Jasper Wrath, progressive rock band nata verso la metà degli anni 70’, il suo vero primo progetto in qualità di front-man cantante risale al 1983, anno in cui uscì il primo LP dell’AOR band Arc Angel (da non confondere con i blues Arc Angels).
Il progetto nato dalla collaborazione con il tastierista Michael Soldan diede ottimi frutti, facendo guadagnare ai due ex-membri dei Jasper un posto nelle alte vette delle classifiche europee.
Fu però un successo non privo di note amare, derivanti sopratutto da parte della critica che definì “commerciale” il debut album a causa del suo sound oramai già “masticato e digerito” da band come Boston e Kansas.
Con una simile macchia sul moniker, Jeff decise che era tempo di dedicarsi a quello che sarebbe diventato a breve il suo progetto da solista: Cannata, un cognome che firma uno splendido trittico formato da “Images of Forever” (1988), “Mysterium Magnum” (2006) e – per l’appunto – “Watching the World” (1993).

Dei tre, questo è – secondo il modesto parere di chi scrive – il platter che meglio rappresenta l’anima musicale del nostro artista, un sound tanto immediato (tipico del rock melodico ottantiano) quanto raffinato (come solo il Prog sa fare) da risultare talvolta un po’ difficile da classificare.

Ad aprire le danze è la solare “When It’s Love”, un pezzo così fresco e genuino da ricordare una delle più belle giornate primaverili, proprio quando le coppie s’innamorano.
Sembra seguire le stesse linee melodiche la title track, ma attenzione perché questo vale solo per primi secondi, proprio prima che il ritmo serrato di una batteria poco più aggressiva e veloce dia brio ad una traccia più frizzante.
Non vi è invece alcun dubbio sull’identità di “Let it Be”, una delle più dolci ballad che Cannata sia mai riuscito a sfornare!
Si chiude con questo pezzo la combo dei cavalli di battaglia, ma non per questo il divertimento è finito e – anzi – spetta alla festosa “What About The Children” il compito di dar inizio al secondo atto.
Non c’è che dire: il nostro Jeff è riuscito sapientemente ad amalgamare ogni singolo capitolo della sua opera alternando momenti di oscura malinconia come “Take Me Over” con atmosfere estive come in “The Hunter”, attimi di romantica poesia come “Just you and me” con riff più duri come in “Over the line” (dove capita talvolta di risentire l’influenza dei primissimi Asia), dando la giusta dose di dinamicità nel suo percorso musicale.
La fine si avvicina e forte si fa il desiderio di avvolgersi nelle calde coperte del letto, coccolati dal lento della buona notte “Through the night”, seguito a ruota da una – tutt’altro che casuale – filastrocca recitata da un bambino di nome Ian (trattasi con ogni probabilità del figlio dello stesso Jeff), traccia che ne disturba ne aggiunge nient’altro a quanto detto finora.

Il disco si è concluso e quasi ci lascia a bocca asciutta, come se provassimo il desiderio di un’ultima canzone: a soddisfare questo piccolo capriccio ci ha ben pensato la reissue, contenente come bonus due pezzi del disco precedente.
Passeranno ben 11 anni prima che Jeff faccia riavere notizie di sè pubblicando prima “Tamorok”, una compilation dotata di qualche pezzo inedito (firmata sia col moniker Cannata che Arc Angel), e poi “Mysterium Magnum”, un disco che, sebbene sia molto interessante, non si è rivelato ne così ben strutturato ne altrettanto convincente come i suoi precedecessori.

Come potremmo classificare il disco? AOR o Progressive?
Poco importa: in qualunque modo la si voglia vedere, “Watching the World” rimane uno dei lavori meglio riusciti di questo autentico musicista, il cui nome racchiude in sè talento, impegno, genialità,
ma soprattutto passione; quella passione che distingue e sempre distinguerà un critico da un artista.

Come dice il bridge di “When It’s Love”: “Too many people want to surrender… but only the chosen remains”

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Tracklist:

1. When It’s Love
2. Watching The World
3. Let It Be
4. What About The Children
5. Take Me Over
6. The Hunter
7. Just You And Me
8. Over The Line
9. Through The Night
10. Ian’s Song
11. Middle Of The Night [Bonus Track]
12. Will The Sky Begin To Fall? [Bonus Track]

Line Up:

Jeff Cannata — Voci, Tastiere, Chitarre, Batteria, Mixing
Jeff Batter — Tastiere
Jay Johnson — Chitarre distorte e assoli
Mark Proto, Jimi Bell, Scott Zito — Chitarre
Barry Marshall — Sax
Scott Spray — Basso
Ray Herrmann – Batteria
 

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