Recensione: Waterlines
Dopo alcuni passi falsi dovuti a release non proprio esaltanti, la LMP ci presenta, con questo Waterlines, i finlandesi Excalion, al loro secondo lavoro in studio. Sin dalla copertina fantasy, a mio avviso da rivedere la scelta dell’illustrazione presente, si capisce il genere proposto dai nostri: power melodico di scuola Stratovarius e Sonata Arctica, caratterizzato da grandi chorus che ti si stampano in testa sin dal primo ascolto, con voce e tastiere poste in primo piano. Ciò che mi ha convinto di più nei primi ascolti è stata senza dubbio la voce di Jarmo Pääkkönen, dotata di una timbrica fuori dagli schemi power: riesce infatti a raggiungere tonalità elevate pur mantenendo il colore della voce aggressivo e robusto e mantenendo in tutti i passaggi espressività e profondità. Forse in alcuni passaggi potrebbe addolcirla, ma nel complesso risulta piacevole all’ascolto e capace di trascinare l’ascoltatore.
Tutto questo è accompagnato da una sezione strumentale ben concepita, in particolare la batteria che non cade nella banalità di infarcire i pezzi di doppia cassa, donando maggiore melodia ai pezzi, i quali riescono comunque a mantenersi aggressivi grazie a ottimi refrain e a riff di chitarra che richiamano, seppur in modo appena accennato, lievi passaggi parenti dell’hard rock.
La bravura degli Excalion sta nel fatto che difficilmente, almeno in questo album, sbagliano un pezzo; seppur il sapore del già sentito è sempre dietro l’angolo, questi ragazzi riescono sempre a trovare melodie ed arrangiamenti che non possono passare inosservati per bellezza e immediatezza. Per qualcuno questa potrebbe essere una pecca, in quanto il lavoro potrebbe risultare monotono, ma per altri (come per me) questo è segno di una indubbia capacità compositiva non semplice da trovare, che molti gruppi attualmente mascherano con soluzioni complesse e di difficile assimilazione.
Il disco si apre subito con una killer track come The Wingman, dove Jarmo Pääkkönen si presenta subito come cantante in possesso di grandi doti canore; il chorus della canzone è micidiale, la ritmica rapisce e le linee costruite da chitarra/tastiera colpiscono nel segno. Velocità ma non solo: grandi melodie infatti accompagnano questo pezzo, così come la seguente Life On Fire. Subito ci si accorge come gli Excalion più che cercare il virtuosismo da urlo, si concentrino principalmente sul risultato finale delle songs, decisamente convincenti. In perfetto stile Sonata Arctica invece è Ivory Tower, dove la velocità e l’aggressività della strofa sfocia in un chorus dannatamente trascinante, coinvolgente, di sicuro impatto. Ben riuscito, ma un po’ scontato, è il lento Delta Sunrise, mentre bellissima e tutta da ascoltare è la epica Svaking Ground, la quale è impreziosita da un break centrale sinfonico di rara bellezza.
In questo album, almeno cinque o sei canzoni potrebbero essere scelte come singoli da classifica, e questo indica l’assoluta qualità di questo prodotto. L’unica pecca che si può rivolgere agli Excalion è di non introdurre nulla di innovativo o di cercare soluzioni nuove, ma allora è un discorso che si dovrebbe estendere a tutto il movimento. Ciò che mi interessa è unicamente la qualità di un gruppo e come questo abbia le capacità di scrivere canzoni efficaci, belle, con un’anima propria! In questo senso i pezzi degli Excalion trasudano passione e grande intelligenza compositiva da ogni nota; se a questo si aggiunge il fatto che nessuna delle canzoni risulta priva di mordente, mi sento di promuovere a pieni voti questa splendida realtà di nome Excalion.
Tracklist:
1. The Wingman
2. LIfe On Fire
3. Losing Time
4. Ivory Tower
5. I Failed You
6. Arriving As The Dark
7. Streams Of Madness
8. Delta Sunrise
9. Between The Lines
10. Svaking Ground
