Recensione: We Are Revolution
Giovane band dalle idee chiare, i Thrasherwolf provano ad uscire dal sottobosco underground londinese immettendo sul mercato un album dall’ambizioso titolo ‘We Are Revolution’, autoprodotto e disponibile dal 19 settembre 2020.
Il nome non lascia dubbi su quello che suonano: un Thrash d’assalto fino al midollo, direttamente collegato con la Old-School britannica di Xentrix, Onslaught ed Acid Reign, con un occhio anche alle produzioni oltre Manica, genuino e privo di contaminazioni di sorta, improntato sulla tecnica quanto sull’istinto e sulla propria natura selvaggia.
Il songwriting non è troppo complesso, ma neanche immediato, essendo ricco di varie soluzioni, con riff, cambi di tempo e ritmiche segaossa che si susseguono senza sosta, in alcuni frangenti forse anche troppo. In generale le sequenze dei riff a volte sono un po’ troppo lunghe e la voce deve diventare più duttile ed interpretativa.
Nel particolare ‘War’, brano che supera gli undici minuti e mezzo e che è stato messo coraggiosamente subito dopo l’intro, cambia andatura tante di quelle volte che alla fine non se ne percepisce più l’anima e si finisce, purtroppo, per considerarlo solo un buon esercizio tecnico.
Tutte sbavature che però non rovinano il lavoro nel suo complesso e che si possono perdonare ad una band all’esordio che dimostra, comunque, di avere una buona potenza di fuoco.
Potenza di fuoco che viene scatenata in brani come la massiccia ‘Vortex’, la trascinante ‘Good Old Fashioned Violence’, la violenta e marziale ‘Vermillion Steel’ e la sprezzante ‘Vanity’, la cui qualità non lascia dubbi sul futuro dei Thrasherwolf, che li vede seguire le orme dei gruppi da cui traggono ispirazione.
Alla fine il giudizio su ‘We Are Revolution’ è positivo ed i Thrasherwolf sono una band da non perdere di vista. Devono lavorare sodo, fare la dovuta esperienza ma sulla strada giusta ci sono. Attendiamo gli sviluppi. Per ora bravi.
