Recensione: Weapons Of Choice 1984 – 2006

Di Fabio Vellata - 9 Luglio 2006 - 0:00
Weapons Of Choice 1984 – 2006
Band: Treat
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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80

Dalla nebbia dei tempi riemerge il nome dei riformati Treat, gruppo svedese presente sul mercato da un considerevole numero di anni e con all’attivo alcune ottime releases di scandi-melodic hard rock, che, sebbene mai confortato da particolari riscontri a livello commerciale e di vendite, o baciato da grossa notorietà come accaduto a ben più celebri conterranei, ha saputo, nel corso della propria carriera, dilettare autorevolmente i seguaci del genere con prodotti di buona, quando non ottima, qualità.

Divenuti i vecchi dischi della band oggetti di vero e proprio culto, di difficile reperibilità e dai costi a volte elevati, è dunque ottima l’idea della divisione scandinava della Universal di offrirci questo “Weapons of Choice”, interessante raccolta di classici, utile per riscoprire uno dei tanti “gioiellini” musicali prodotti in ambito melodico dalle sempre prolifiche “terre del nord”.
La compilation è inoltre resa ancora più appetibile dalla presenza di alcuni brani completamente inediti e di nuova realizzazione, indicati per trarre un giudizio in merito all’attuale stato di salute del combo nordico, consentendo, alla resa dei conti, previsioni più che ottimistiche in vista di appuntamenti futuri.

La selezione dei pezzi chiama in causa l’intera discografia dei Treat (tutto sommato esigua, trattandosi di soli cinque albums in più di vent’anni), distribuendo abbastanza omogeneamente la quantità degli estratti.
L’acerbo ma già valido “Scratch and Bite” (1985), il successivo e più completo “The Pleasure Principle” (1986), il tastieristico e pomposo “Dreamhunter” (1987) e lo storico “Organized Crime” (1989), picco compositivo del gruppo, vengono saccheggiati a piene mani e ben rappresentati con numerosi brani tratti da ognuno (la raccolta consta di ben 19 tracce), mentre l’omonimo “Treat” del 1992, (ad oggi ultimo acuto dell’act nord europeo) che si fregiava della presenza di Mats Leven alla voce, viene preso meno in considerazione, offrendo alla tracklist la sola ballad “Learn To Fly”.

L’evoluzione del suono e delle caratteristiche compositive si rendono così molto evidenti e facilmente apprezzabili.

Sorti come un gruppo di hard n’heavy dal profilo stradaiolo e grintosamente frizzante, inseribile nel filone nord europeo, in seguito l’orientamento di Robert Ernlund e compagni si è progressivamente spostato verso lidi pesantemente influenzati dall’hard americaneggiante di Bon Jovi e Whitesnake su tutti (“Organized Crime” risente in modo smaccato della gloria ottenuta da platter come “Slippery When Wet” e “1987”), riservando sempre ed in ogni caso piacevoli soddisfazioni a chi si fosse imbattuto nelle loro uscite discografiche.

I brani inediti, che troviamo presenti nel numero di tre unità, ci permettono invece di formulare una ipotesi stilistica relativa al nuovo corso del gruppo svedese.
Precisazione d’obbligo, “Still In Heaven”, traccia numero 18, in realtà non è altro che una brillante outtake del già citato “Organized Crime”, inspiegabilmente messa da parte a suo tempo, mentre “I Burn For You” e “Go!” sono canzoni effettivamente nuove di “pacca”, realizzate in occasione di questo “best of”.
Ambedue i pezzi, come anticipato in apertura, lasciano ben sperare, rivelando un azzeccatissimo gusto per la melodia che avvicina la proposta a lidi questa volta molto più “scandinavi” ed attuali, andando a richiamare da vicino lo stile di Sha Boom, Wig Wam e Evenrude, fatto di ritornelli immediati e trame musicali ficcanti, dal profilo ricercato ma mai eccessivamente elaborato, che favoriscono una impressione più che positiva al riguardo di quanto potrebbe emergere nelle prossime uscite.

L’operazione di riscoperta ha avuto pieno successo dunque. “Weapons Of Choice” è una raccolta confezionata in modo egregio, interessante sotto ogni punto di vista e davvero valida per chiunque abbia voglia di portare nel proprio stereo un esempio di hard rock ottantiano di fattura a tratti sopraffina.
Consigliato a chi apprezza TNT, Bon Jovi, Europe, Bad Habit ed in generale l’hard rock di grande respiro tipico di un paio di decenni fa, senza tralasciare uno sguardo all’attuale scena melodica che da gruppi di questa origine trae linfa vitale per prosperare in modo sempre più pieno e convincente.

Line Up:

Robert Ernlund – Voce
Anders Wikstrom – Chitarra
Patrick Appelgren – Tastiere
Nalle Påhlsson – Basso
Jamie Borger – Batteria

Tracklist:

01. Rev It Up
02. I Burn For You
03. World Of Promises
04. Conspiracy
05. Ride Me High
06. We Are One
07. Mr. Heartache
08. Sole Survivor
09. Go!
10. Ready For The Taking
11. Changes
12. Get You On The Run
13. Strike Without Warning
14. Too Wild
15. Outlaw
16. You’re The One I Want
17. Learn To Fly
18. Still In Heaven
19. Party All Over

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